Non si può pensare al genere Afrobeat senza nominare Manu Dibango, il suo sax è stato accanto ai padri del genere come Fela Kuti ed ha collaborato con assolute stelle del firmamento musicale come Herbie Hancock.
La sua discografia personale è inoltre assai vasta, toccando tantissimi stili, dal jazz, al soul, al funk, passando per tutta la musica di bellissima matrice culturale africana.
All’anagrafe Emmanuel N’Djoké Dibango, ci ha lasciato a quasi 87 anni, li avrebbe compiuti il 12 dicembre prossimo. Purtroppo, come per molti della sua età, il fisico anziano, per quanto pieno di vitalità, non ha sopportato lo scontro con questo maledetto virus COVID-19, che sta segnando una delle maggiori tragedie planetarie dai tempi del dopoguerra.
“Papy Groove“, così lo chiamavano i familiari, che hanno riportato la notizia del decesso, avvenuto nell’ospedale di Parigi in cui Dibango era ricoverato da circa una settimana.
Nato in Camerun, il sassofonista si era recato per la prima volta in Francia all’età di 15 anni, subito dopo gli anni della guerra, per studiare le caratteristiche ritmiche e armoniche della musica dell’occidente.
Proprio l’unione di queste due anime e tradizioni lo portarono a suonare, fin dagli anni ’60, nelle band del cosiddetto “African Jazz”, uno stile che combinava la musica nera sviluppatasi nei Paesi occidentali – e i relativi strumenti – con le tradizioni africane, in special modo del Congo, che in quegli anni era peraltro impegnato a crearsi una forte identità a causa delle negoziazioni per la propria indipendenza dal governo belga.
In quel periodo Manu ha collaborato con un’incredibile moltitudine di musicisti, nei live e in studio di registrazione, non solo evolvendo un proprio personale stile, ma anche facendosi un nome tra i professionisti.
Sarà proprio in Congo che nel 1972 darà alla luce il brano “Soul Makossa“, che al di là dell’importanza musicale per la combinazione di stili, segna un evento storico per essere stato il primo brano in lingua francese a entrare nelle classifiche americane e ad attestarsi anche tra i primi posti.
Nella sua vita e nei suoi decenni di carriera, Dibango ha affiancato (o lo hanno affiancato!) tanti grandi musicisti, soprattutto con l’esplosione dell’Afrobeat e della World Music, collezionando successi e nomination ai Grammy Awards. Non solo, è stato Ambasciatore dell’Unesco e Cavaliere delle Arti in Francia.
E non si è mai fermato, basti pensare che si trovava nelle ultime settimane in Francia proprio per suonare con gli African Soul Safari e Safari Symphonique.
Purtroppo non potranno essere organizzati, sempre a causa dell’emergenza Coronavirus, dei funerali adeguati, se non per i più stretti familiari. Omaggiamolo quindi in questi giorni, ascoltando la sua musica.
Aggiungi Commento