È questa la domanda che ci facciamo all’indomani di una bagarre nata tra la cantautrice e chitarrista Phoebe Bridgers e uno che definire “della vecchia guardia” è riduttivo, cioé David Crosby, che a dirla tutta sin da quando è sui social non si è lasciato scappare occasione per lanciare un calcio nei denti a qualche collega.
Ma cosa è successo?
Ebbene, durante il recente show al Saturday Night Live la Bridgers ha spaccato… beh no scusate, ha tentato di spaccare la sua chitarra su una cassa spia, peraltro palesemente finta con tanto di scintille che hanno fatto un po’ effetto carnevalata.
In realtà David Crosby si stava anche facendo i cosiddetti affari suoi. Ma, stuzzicato su Twitter da chi gli chiedeva un parere, ha sentenziato “Patetico”.
Ne è seguita una sequela di reazioni di utenti e relative risposte di Crosby che, riassumendo, ha dichiarato di non aver mai gradito questo tipo di spettacoli, neanche quando li facevano i The Who.
A suo parere gli strumenti sono fatti per suonarli e fare musica, non per spaccarli sui palchi.
Ora, chiaramente qui è necessaria una riflessione, senza dover per forza stare al 100% da una parte o dall’altra della barricata.
La prima domanda che ci viene in mente è: al giorno d’oggi che senso ha spaccare una chitarra davanti a una telecamera in tv?
Non è una domanda retorica, benché personalmente abbia delle perplessità, ma potrebbe anche averne di senso, gli argomenti di attualità non mancano (soprattutto negli States!) e l’ambiente giovanile non è poi così “a suo agio” come molti vogliono credere (no, non sono tutti aperitivi e smartphone).
Sulla “grande storia” però badate bene… lo stesso Pete Townshend ha dichiarato in varie interviste che alla fin fine la distruzione degli strumenti era diventata per lui una sorta di “show nello show”, necessario per i giornalisti e il pubblico.
E sappiate che Hendrix non ha bruciato una sola chitarra, quella di Monterey, ma varie.
Ma non solo negli anni ‘60 si sono spaccati strumenti. Chi ricorda ad esempio i Nirvana sul palco lo sa bene. Senza contare tutta la compagine del punk e non solo.
In molti casi era un portare “la strada” sul palco, c’era un simbolo di distruzione (o auto-distruzione) anticipato anche dalla musica che precedeva il gesto.
Ci sarà forse un limite quando da quel grido di ribellione “I hope I die before I get old” tutto diventa stereotipato, che si tratti di grandi star con fuochi d’artificio o del musicista da “pub” che un giorno decide di comprare una chitarra cinese da 50 euro solo per romperla.
Prima di tutto penso che provare, realmente, “indignazione”, sia ancor ameno rock di quello che si è visto nel video. Alla fine è il solito modo per sfogare le nostre frustrazioni.
Non parliamo poi della sfilata di commenti sessisti che si sono letti in giro (Jena Plissken spegni tutto ti prego…).
Il tutto probabilmente va considerato nel suo microcosmo, ci si può sorridere sopra, ma senza giudicare per forza la totalità dell’artista (men che meno della persona e del suo sesso), che porta con sé comunque un suo bagaglio umano e personale.
Ciò detto, mi fa sorridere – togliendo dal campo di gioco la valutazione dei commenti degli haters, che tanto sono duri a morire – leggere una sorta di difesa a spada tratta di questa sorta di cabaret mal riuscito, alla fin fine ci è concesso farsi una risata e secondo me se l’è fatta anche la stessa Bridgers pensando “lol, fail!” (perdonate il linguaggio social, mi punirò con una settimana di deprivazione sensoriale).
Beh, comunque ognuno pensi quel che vuole alla fine. Che poi, conta ben di più se la musica di questa artista vi piace o meno che di quello che ha fatto una volta su un palco.
Se consideriamo le reazioni più scomposte sui social, alla fine il gesto, pur nella sua comicità, ha acquisito forse il suo senso.
Il rock è sempre stato così, un po’ mito, un po’ spettacolo ambulante …and the freak show must go on…
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