Ne abbiamo visti tanti di appelli, scritti, audio e molti video, in questi mesi, rilasciati da tanti artisti, musicisti, operatori del mondo dello spettacolo.
Sono nati importanti movimenti, come quello dei Bauli in Piazza, che pacificamente e in maniera professionale e organizzata hanno portato alla luce le condizioni disastrose di un settore, quello dello spettacolo dal vivo, fermo da più di un anno, con centinaia di migliaia di lavoratori letteralmente abbandonati al loro destino, loro famiglie comprese…
L’appello di Edoardo Scordo
Vi esortiamo a cliccare sul video sopra e a guardare ed ascoltare con attenzione l’appello di Edoardo Scordo, musicista professionista che milita nella tribute band dei Pink Floyd più famosa al mondo. I Brit Floyd non sono, infatti, una semplice cover band, ma una formazione riconosciuta in modo ufficiale che da tanti anni porta la musica dei Pink Floyd, e anche un sontuoso spettacolo, in giro nel pianeta su tutti e 5 i continenti.
Li abbiamo incontrati qualche anno fa di persona grazie all’amico in comune e fonico Andrea Pellegrini, come testimoniato in una serie di articoli.
L’esempio di “Paolo e Andrea”
Come dicevamo sopra, di appelli ne abbiamo visti molti, Edoardo nel suo video immette anche degli esempi pratici riferendosi a due persone dai nomi fittizzi (in realtà sono casi reali di persone a lui vicine, NdR).
Riportiamo qui in sintesi gli esempi, nel caso qualcuno di voi non possa avviare il player nel momento in cui legge l’articolo (ma segnatevi di farlo, è importante!).
Paolo è un compositore, lavora per l’industria del musical e produce e vende musica inedita alle produzioni. Ha la P.IVA, ma non suonando lui dal vivo non può accumulare “giornate contributive” (quelle richieste per l’erogazione degli aiuti economici, NdR), perché l’INPS non prevede il suo caso specifico.
Ora però che le produzioni sono totalmente ferme, Paolo non fattura neanche un euro. Ma deve pagare l’affitto, fare la spesa per lui e la sua famiglia, ma non gli tocca nulla. Paolo fattura 30mila euro l’anno ma per le norme ha zero giornate contributive.
Ad Agosto 2020 lo Stato, che lo ha ignorato come categoria di lavoratore per gli aiuti, gli ha però chiesto le tasse.
Andrea, invece, è un violinista classico, un vero professionista rinomato del settore, in Italia e nel mondo. Lavora con le migliori orchestre e per questo si esibisce in tutto il pianeta. Nonostante questo, Andrea ama il suo Paese e ha ancora la residenza in Italia.
Ha quindi P.IVA italiana e fattura più di 50mila uero ogni anno grazie alla sua estrema bravura.
Anche per lui, però, l’attività è ferma da più di un anno e anche per lui l’INPS non ha una posizione chiara, perché esibendosi sempre all’estero è costretto a versare contributi nei vari Paesi in cui si esibisce.
Anche Andrea, secondo l’INPS, non ha nessuna giornata contributiva. Perché? Ebbene, perchè quando ti esibisci all’estero la giornata contributiva non si conta. Fai 200 concerti all’anno all’estero? Per l’INPS sono zero giornate contributive.
Quindi, non hai diritto a nessun bonus d’emergenza.
Solo ora con il governo Draghi (dopo un anno di abbandono totale), certificando di avere una P.IVA e determinate perdite economiche, arriva qualche aiuto.
Su quasi 50mila euro di perdite dichiarate il governo riesce ad erogare solo circa 1700 euro.
“Eh sì” dirà qualcuno “ma uno che fatturava ben 50mila euro non ha messo da parte niente?“
Attenzione, Andrea lavorando da freelance si paga sia i viaggi che gli alberghi che il vitto da solo, per i quali il rimborso spese non è quasi mai sufficiente.
In pratica alla fine dei conti si mette in tasca, per sé e la sua famiglia, una cifra che corrisponde circa alla metà di quanto detto, che poi si trasformano mensilmente in uno stipendio medio da impiegato e certo non sicuro come quello di un dipendente statale o in generale di un tempo indeterminato (che a mali estremi ha la cassa integrazione).
In più, Andrea, Paolo e tanti come loro, ad Agosto si vedranno richiedere comunque le tasse e il denaro che veniva solitamente messo da parte da un libero professionista per queste probabilmente è servito durante l’anno per non morire di fame o perdere la casa.
Questi sono solo due esempi su cui tutti dovremmo riflettere. Per tutto il resto lasciamo la parola ad Edoardo nel video, che soprattutto sul finale specifica chiaramente che questo non è solo un appello verso le istituzioni, ma anche verso tutti coloro che sin troppo spesso sminuiscono e si girano dall’altra parte…
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