Il mito di JFK è ancora oggi estremamente vivo e lo sono ancora le tante ombre, ancora molte delle quali irrisolte, sul suo omicidio avvenuto a Dallas nel novembre del 1963. Ufficialmente Lee Harvey Oswald è ancora ritenuto il suo assassino, ma grazie a libri e a un famoso film di Hollywood di Oliver Stone, il caso sembra ancora essere aperto per moltissime persone e non solo per cosiddetti “complottisti”.
In ogni caso, nel bene o nel male, nel mito che forse supera la realtà, ciò che è indubbio è che Kennedy rimane il Presidente più famoso, e forse più amato, della storia americana.
A lui, Bob Dylan dedica quindi questo fiume di versi, una sorpresa davvero ‘monumentale’ (concordiamo con l’Ansa) per tutti i fan del cantautore e poeta del Minnesota.
La canzone si intitola “Murder Most Foul” e non punta il riflettore solo sull’assassinio, ma anche sulle conseguenze che scatenarono un vero e proprio effetto domino, a partire dall’infrangersi di molti sogni degli anni ’60, ma passando anche attraverso un fortissimo impatto culturale, in particolare sulle giovani generazioni.
Nello scorrere del testo il cantautore fa dei precisi riferimenti alla cultura popolare, ricordando canzoni, film, artisti e altro di centrale importanza nel periodo post-mortem di Kennedy. Ci sono i Beatles, c’è Woodstock, il tragico Altamont, c’è il verso “Tommy can you hear me?” della rock opera degli Who, ci sono Etta James e John Lee Hooker, c’è Buster Keaton, Thelonius Monk e così via…
Dylan, che ricordiamolo – nonostante le polemiche – è anche Premio Nobel per la Letteratura, ha dedicato la canzone a tutti i suoi fan con le parole: “Questa è una canzone inedita che abbiamo registrato qualche tempo fa e che potreste trovare interessante. Abbiate cura di voi, state attenti e che Dio vi benedica”.
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