Quello dei sassofonisti è un mondo davvero stupendo e sconfinato, in fondo, se ci pensiamo bene, sono stati tra i primi solisti della musica non colta che la storia ricordi. Charlie Parker, Sonny Rollins, John Coltrane e molti altri nel jazz, ma altrettanti nel blues, nel soul, nel rock e progressive e in ogni altro genere.
Se siamo abituati a pensarlo come uno strumento dal carattere “impostato” e formale, è bene ricredersi immediatamente, poiché nel fraseggio è stato uno dei più rivoluzionari (influenzando tutti gli altri, inutile ricordare l’impatto sul playing chitarristico ad esempio…) ed è spesso stato nelle mani di arditi sperimentatori (ascoltate l’immenso John Gilmore nei dischi di Sun Ra).
Dei veri e propri frontman, quindi, che amarono anche sperimentare con le esecuzioni a più strumenti contemporaneamente. In questo articolo ricordiamo alcuni degli esempi più illustri, ma tantissimi altri se ne potrebbero fare e anzi vi sproniamo a suggerirli nelle discussioni sul forum e sui social network.
Prenderemo 3 esempi tratti dal rock (si sa, i rockettari son sempre un po’ più sboroni degli altri, anche se pure nel jazz non scherzano…), il primo tra i quali è Jeff Coffin, della Dave Matthews Band, che in questo video ci dà anche un’infarinatura di spiegazione sulla tecnica.
Ma se vogliamo andare al cuore dell’argomento, dobbiamo tornare indietro di qualche decade e citare una delle più grandi band Jazz-Rock (aggiungete anche blues e progressive) di sempre: i Colosseum. Lui è Dick Heckstall-Smith e con sax e clarinetto faceva davvero fuoco e fiamme (oggi ne fa le veci, suonando alla stessa maniera, la bravissima Barbara Thompson).
Come non citare poi il simpaticissimo David Jackson, che militava in una pietra miliare del progressive rock, i Van Der Graaf Generator. Qui siamo ospiti a casa sua, meglio di così!
Ma vogliamo lasciarvi con una quarta chicca, Rahsaan Roland Kirk, che sarà anche un musicista jazz, ma bisogna considerare che fu l’ispiratore di musicisti come Ian Anderson dei Jethro Tull. Herbie Mann lo considera l’inventore del flauto moderno, ma quello che riusciva a fare, con una vera e propria collana di strumenti al collo, andava anche ben oltre (la magia inizia a 1.40 nel video).
Com’è ovvio, anche la componente di spettacolarizzazione vuole la sua parte, ma attenzione, le potenzialità offerte dal combinare da 2 o più strumenti sta nell’armonizzazione tra gli stessi e nel saper creare qualcosa di maggiormente orchestrale e non solo un’esibizione da circo. E i musicisti suddetti sapevano farlo più che bene!
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