Se n’è andato nel 2010, ma diciamoci la verità, pur mancandoci tantissimo è uno di quei personaggi talmente mitici la cui presenza non smette mai di essere percepita, anche post mortem.
Ronnie James Dio, all’anagrafe Ronald James Padavona, ha letteralmente cavalcato, anzi, condotto l’onda che ha generato la musica Heavy Metal, suonando in contesti di primissimo livello e con capacità vocali e interpretative fuori dal comune.
Tanto che i suoi spettacoli sono stati riproposti addirittura tramite ologramma, segno che proprio non se ne può fare a meno.
Oggi ripercorriamo la sua carriera con alcuni video, iniziando da un brano che probabilmente non molti di voi conoscono: “Che tristezza senza te“. Si, il titolo lo avete letto bene, è in italiano e sembra una canzone di qualche vecchio gruppo del Bel Paese dedito a sviolinate d’amore per adolescenti. Ma per i cantanti esteri all’epoca non era così strano recarsi in altri paesi e cantare nella lingua del luogo e questo avveniva soprattutto in Italia (ad esempio ascoltatevi un insospettabile Robert Plant pre-Led Zeppelin!).
Ovviamente scordatevi l’Heavy Metal, ciò che il titolo fa temere effettivamente accade, siamo di fronte a un brano particolarmente melenso, ma è una curiosità che ora potete condividere con gli amici!
Ecco a voi, i Ronnie Dio & The Prophets.
Ok, passiamo a qualcosa di ben più serio. Messa da parte la vena sdolcinata, Ronnie tira fuori gli artigli, tanto che la sua band, gli Elf, arriva ad aprire i concerti dei mitici Deep Purple (che producono anche il loro album di debutto). E qui che conosce il chitarrista Ritchie Blackmore che, dopo aver sbattuto la porta in faccia ai compagni, lo chiama accanto a sé nel suo nuovo progetto: i Rainbow (che in pratica raccoglie i membri degli stessi Elf).
La band ricorda per certi versi il sound dei Deep Purple, ma è proiettata verso un ulteriore passo evolutivo del sound. I musicisti sono uno migliore dell’altro e l’impressionante voce di Dio è la ciliegina sulla torta.
I rapporti con Blackmore però si complicano, in parte per la volontà del chitarrista di rimanere su territori più “radiofonici”, ma d’altronde il “caratterino” di Blackmore è ben noto alle cronache…
L’abbandono dei Rainbow segna però l’entrata in una band che è già nell’olimpo del rock, coloro che probabilmente sono considerati a ragione padri dell’Heavy: i Black Sabbath.
Sostituire Ozzy è un compito non da poco, anche a livello di immagine, ma Dio fa il necessario per ricavarsi i suoi, tanti, fan.
Uno dei brani che entra nella storia è “Heaven and Hell“, dall’omonimo album pubblicato nel 1980.
Chiusa la parentesi con i Black Sabbath durata due anni, anche in questi casi per forti attriti, in particolare col chitarrista Tony Iommi, nel 1983 Ronnie esordisce con un progetto finalmente suo al 100%, i Dio.
Lo fa con quella che ancora oggi è la sua canzone più famosa: “Holy Diver“, brano da isola deserta per qualunque metallaro passato e odierno (si spera…).
In questo caso non vi proponiamo un live, ma il video ufficiale, che nella sua epicità è uno dei simboli dell’Heavy anni ’80.
Da questo momento in poi Ronnie è uno dei personaggi più amati e rispettati di sempre nel mondo della musica.
La sua carriera continua e non si risparmia anche un’altra parentesi con i Sabbath, appianati i vecchi dissidi.
Sarà su un palco fino alla fine della sua vita ma con l’ultimo video vogliamo anche sottolineare la sua autoironia. Nel 2006 quella pazza mente di Jack Black partorisce un film con protagonista la sua band (duo), intitolato Tenacious D e il destino del Rock. Il film è un grande omaggio al Rock e all’Heavy Metal e non poteva certo mancare Ronnie James Dio tra i cammeo.
E la sua apparizione è senza ombra di dubbio la più bella di tutto il film.
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