Siamo a metà anni ’80 e un giovane, ma già “cilindrato”, Slash incide la prima traccia di quell’album che aprirà le porte dell’olimpo del rock a una band della west coast americana, i Guns N’ Roses.
Slash è un chitarrista per certi versi atipico negli anni ’80. Mentre tutti si concentrano a consumare fino all’ultima lucetta di possenti rack pieni di apparecchi digitali, ottenendo suoni effettati all’inverosimile, lui si presenta con un guitar tone tanto scarno quanto potente: una Gibson Les Paul, un amplificatore Marshall tirato al massimo e pochi effetti, un delay e un chorus solo quando serve.
Ed ecco il risultato, unito alla sua adrenalina!
Quando si parla degli strumenti usati da Slash in Appetite for Destruction si entra quasi in un territorio di miti e leggende. A partire da quel Marshall Super Tremolo (1959T) 100 watt modificato e conosciuto come “Stock #39 S.I.R.” (semplicemente il numero di magazzino e le iniziali dello studio di Los Angeles che lo noleggiava, Studio Instrument Rentals).
L’amplificatore fu nelle mani di George Lynch per un tour con i Dokken nel 1986. Lynch si era letteralmente innamorato dell’amplificatore e insistette molto per avere il nome di chi aveva compiuto la modifica. Il suo nome era Tim Caswell e, in seguito al rifiuto da parte di S.I.R. di vendere l’amp, gli fu subito chiesto di realizzare un altro esemplare con le stesse modifiche.
Modifica neanche troppo complicata, in pratica la valvola posta sul circuito del tremolo nello stock #39 era stata messa in linea con le altre del preamp per avere un suono ancora più spinto di gain (pare che la stessa modifica fu fatta, invece, su un Marshall Super Lead senza tremolo, il che vuol dire che fu installata ex novo una valvola di preamp in più).
Benché molti credessero che l’amp usato in Appetite for Destruction fosse un Silver Jubilee, questo è impossibile poiché l’album venne registrato in un periodo precedente, anche se non di molto, alla sua uscita.
Come pare confermato da Slash, fu invece il famoso “Stock #39” ad arrivare anche nelle mani di Slash. Il quale, pur di tenerlo, dichiarò allo staff di S.I.R. di esserne stato derubato.
Finché un roadie troppo solerte lo portò a una sessione di prove che si teneva proprio in S.I.R. e appena fu riconosciuto… tornò all’ovile…
Insomma, una vera e propria spy story.
Per non parlare della domanda sull’uso di un’originale Gibson Les Paul o della famosa ’59 replica, ma di questo magari parleremo un’altra volta…
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