A cosa si ispirano i tanti e bei riverberi che oggi utilizziamo collegati ai nostri strumenti o come plugin audio in studio di registrazione? Semplicemente alla realtà, a quella magia scoperta dall’uomo da tempo immemore e subito collegata ad occasioni di grande solennità e celebrazione, grazie all’effetto maestoso creato intorno ai suoni e prima di tutto alle voci.
Sin dai tempi delle prime civiltà, i costruttori dei grandi templi e palazzi indagavano i misteri di ciò che oggi chiamiamo trattamento acustico, ma spesso in senso contrario a quanto si fa oggi. Mentre oggigiorno, infatti, si tende ad attutire i riverberi, a controllarli, la ricerca nel passato era quella di avere enfasi e perfezione nella loro riproduzione, una visione da “coro celestiale” soprattutto se pensiamo alle grandi chiese che noi occidentali siamo abituati a frequentare sin da bambini, per culto o semplice visita in quanto monumenti di enorme valore artistico e culturale.
Chi metteva mano ai progetti, spesso con grande segretezza delle proprie soluzioni architettoniche, doveva tenere conto della trasmissione delle voci sino alle ultime file di una grande sala e, nel caso appunto dei luoghi di culto, dell’acustica in relazione ai canti religiosi.
Alcuni di questi luoghi arrivarono a sfiorare la perfezione da questo punto vista, soprattutto nel campo della riverberazione, che oggi ritroviamo riprodotta digitalmente in molti software sotto il nome “Cathedral”.
Il software cerca di ricreare, di solito partendo da veri e propri rilevamenti sul posto, quelle riflessioni create da tutta una serie di fattori, quali grandezza della stanza, materiale delle pareti, altezza ecc…
Tuttavia, per quanto si sia raggiunta una bellezza sonora e una fedeltà di riproduzione/simulazione molto elevata, siamo sicuri di essere in grado di ricreare esattamente la magia dell’originale (comprendendo in essa anche e soprattutto l’esperienza “fisica” di trovarsi al centro di quella diffusione sonora)?
Ebbene, la cantante Malinda Kathleen Reese non molto tempo fa era in visita in Spagna ed entrando nella chiesa “Iglesia de la Encarnacion” della località di Montefrìo (a struttura rotonda come il Pantheon romano) si è trovata immersa in un riverbero di ben 6 secondi di durata circa. 6 secondi naturali, non artificiali, non estesi da qualche processore di calcolo…
Giustamente, ne ha approfittato come farebbe qualsiasi cantante. Il risultato? Beh, non vi resta che ascoltarlo con le vostre orecchie e per quanto la ripresa da smartphone probabilmente restituisca una minima parte di quel magnificente miracolo sonoro di secoli fa, già rende bene l’idea…
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