Tra le pillole mattutine che vi offriamo di solito, oggi ce n’è una che è davvero oro colato: Bill Evans, uno dei più grandi pianisti e compositori jazz di tutti i tempi, ci dice a chiare lettere quali sono gli approcci giusti e sbagliati all’improvvisazione.
Il concetto fondamentale che ci trasmette Evans in questo video è che non si può essere “tuttologi” in musica, bisogna sempre studiarne una piccola parte per volta lasciando perdere il “tutto” e visioni troppo ampie che rischiano solo di farci perdere la bussola. Testa bassa e umiltà sono ingredienti irrinunciabili.
Altrimenti, nel tentativo sguaiato di avvicinarci allo stile del nostro beniamino di turno e con la convinzione di “averlo capito al 99%”, rischiamo di tuffarci in performance che probabilmente solo chi conosce poco o niente della materia potrà apprezzare.
Invece, non solo si è molto lontani da quel 99%, ma anche fosse, quell’1% rappresenterebbe lo spillo su cui tutto si regge, senza il quale il mondo di conoscenze pseudo-acquisite crollerebbe e si frantumerebbe in mille pezzi.
Così, ciò che suoniamo non può che sembrare una “discarica” raffazzonata di note (per quanto abbia un qualche senso nella nostra mente), senza una giusta meditazione e un filo logico reale.
Un’imitazione sbiadita e confusa dei nostri idoli.
Insomma, più semplicemente, less is more!
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