Quando intuiamo delle potenzialità in una band emergente, siamo i primi a dargli una mano per arrivare al grande pubblico. È il caso degli Oozy Woods, che adesso però devono cercare al più presto la propria strada.
Riceviamo molte email da parte di artisti e band emergenti e siamo dispiaciuti di non poter dare spazio a tuti, vuoto che verrà però colmato (il più possibile) in futuro.
Gli Oozy Woods ci hanno colpito per la loro forte ispirazione al vecchio Rock anni ’90 con punte di Grunge, più in specifico, anche se loro non lo dichiarano apertamente nelle note biografiche, ai Pearl Jam. La voce del cantante Alessandro Baro, in particolare, è a tratti impressionante per le similitudini con quella del grande Eddie Vedder, quasi una sorta di imitazione pur uscendo però dalle corde vocali di Baro, da quello che ascoltiamo, in maniera piuttosto naturale.
Questo aspetto è sicuramente un pregio ma anche un limite, perché rischia di chiudere la band in quella pericolosa nicchietta – per non dire prigione – di tante band nate dai propri gusti musicali (e dalle cover) e lì rimaste anche nell’affrontare un repertorio originale, con ovvie banalità che non riescono a ricalcare i fasti delle band cui si ispirano… le quali invece a loro tempo avevano scelto di rompere le catene legate al passato e di non imitare nessuno!
Tuttavia, fatto questo dovuto ammonimento a questi giovani musicisti su cui speriamo riflettano con la dovuta serenità e anzi con la voglia di costruirsi strade artistiche totalmente proprie, bisogna dire che a questo parallelo con i propri idoli gli Oozy Woods non aggungono musiche che lasciano il tempo che trovano, ma anzi, come sentirete nel video qui sotto, un brano che pur essendo assai ispirato riesce a colpire al primo ascolto, ben suonato, ben arrangiato e sicuramente molto piacevole all’ascolto.
Tratto dalla loro biografia:
“Oozy Woods è un progetto musicale nato a Bologna nel Novembre 2017 con l’intento di creare un repertorio di canzoni inedite. Le sonorità della band spaziano dal Rock fino al Blues e al Grunge, senza precludersi sperimentazioni. Nel complesso i brani presentano un’anima, se si vuole, definibile ‘crossover’: cercano quindi di essere un viaggio in continua evoluzione, che rispecchia le diverse caratteristiche e storie dei quattro componenti (“river has a thousand tongues, but just one hymn”).
Nati dall’incontro tra il cantante e gli altri tre componenti, gli Oozy Woods passano i primi mesi del loro percorso tra le mura di una saletta sotterranea, immersi a creare un repertorio completamente nuovo rispetto alle esperienze passate. Nel Maggio del 2019 decidono poi di registrare a Preganziol (TV), presso Magister Recording Area, il loro primo album, composto da dodici brani, chiudendo quindi un cerchio iniziato un anno e mezzo prima. In vista dell’uscita di questo album, prevista per l’inizio del 2020, la band sviluppa anche una propria immagine basata sui dipinti del batterista.“
Facciamo quindi i nostri in bocca al lupo agli Oozy Woods. La dimostrazione di poter stare in equilibrio su certe onde musicali c’è. Ora si tratta di cercare la propria onda, senza andare a sfrecciare in quelle già troppo affollate e che sono oramai troppo vicine alla riva.
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