Si dice che le cose più riuscite migliorino invecchiando, e non fa certo eccezione uno dei capisaldi di Dizzy Gillespie, la celeberrima “A Night in Tunisia“.
Il classico di colui che fu tra i patriarchi del bebop e figura di livello assoluto nell’intero panorama jazzistico non ha assolutamente perso il suo appeal nonostante siano ormai parecchi i decenni che si porta sulle spalle. Qualora ce ne fosse ancora bisogno, la grandezza del brano viene ribadita da come sa prestarsi a riletture interessanti da parte di musicisti capaci: è il caso dell’arrangiamento che proponiamo oggi, a cura del giovane ma già solidamente formato batterista Francesco Varchetta.
Un’interpretazione nella quale il profilo jazz la fa ovviamente da padrone, ma lasciando spazio a gustose spaziature in ambiti affini (diversi sono i momenti in cui si strizza l’occhio al funk) nelle quali le variazioni ritmiche imposte interagiscono positivamente con gli aspetti melodici curati dagli altri strumentisti coinvolti: Gianfranco Campagnoli alla tromba, Cristian Capasso al basso, Massimo Spinosa al piano e il quartetto d’archi composto da Isabella Parmiciano, Anna Rita Di Pace, Tsvetanka Asatryan e Marco Di Palo.
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