Si perde il conto pensando a quanti artisti stranieri, solisti e band, negli anni ’60 siano venuti in Italia a cercare fortuna. Ricordiamo ad esempio Robert Plant pre-Led Zeppelin, che mise la sua voce al servizio di Umberto Bindi.
Tra l’altro, proprio il R&B in Italia era molto richiesto, cantarono infatti in italiano anche le Supremes, Smokey Robinson, The Temptations e molti altri.
In questo vasto panorama artistico, probabilmente avvantaggiato anche dalla presenza di grandi realtà discografiche come ad esempio l’RCA italiana, sussidiara del colosso musicale americano, si staglia anche la figura di Stevie Wonder, all’epoca sotto contratto con la mitica Tamla-Motown (sin dal ’62, data di uscita del suo primo album ad appena 12 anni!).
Il da poco maggiorenne Wonder arriva in Italia, quindi, per cantare una versione italianizzata di “A Place in the Sun”, un suo brano pubblicato due anni prima nel disco Down to Earth. Il tutto è ripreso dalle telecamere televisive, in una location decisamente “rustica”, durante la trasmissione “Partitissima”.
Da precisare che la versione italiana del brano non è stata fatta direttamente dal nostro amato Stevie, era già una cover pubblicata dal cantante italiano Dino nel ’67.
Non sarà l’unica escursione nel Bel Paese del genio del Soul, tornerà infatti l’anno successivo al Festival di Sanremo per cantare, ancora una volta in italiano, “Sei tu ragazzo mio” (Gabriella Ferri).
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