Così, Aretha e le sue quattro sorelle seguono il padre nei suoi spostamenti ecclesiastici: da Buffalo a Detroit. La chiesa diventa il loro palcoscenico naturale, il gospel la loro musica d’elezione. Tutti capiscono che Aretha Franklin è un fenomeno: una bimba prodigio che canta da dio.
Se ne accorge soprattutto John Hammond (produttore e direttore artistico della Columbia) che nel 1960 la mette sotto contratto. Anche se, è nel 1966 (quando Aretha entra nella scuderia di Ahmet Ertegun alla Atlantic Records) che la sua carriera decolla.
Proprio con un brano di un artista della Atlantic, il grande Otis Redding, Aretha Frankin diventa la regina del soul. Scritta originariamente in ottica maschile (come un uomo che chiede accettazione e rispetto alla propria donna), la canzone viene completamente rovesciata nella versione della Franklin: “Respect” significa rispetto nei confronti di tutte le donne, bianche e nere, e si impone sia come brano femminista sia come manifesto di uguaglianza sociale e razziale.
Per sottolineare maggiormente il significato del testo, Aretha nel ritornello scandisce (lettera per lettera) la parola Respect che con lei assume valore universale: con quel brano la Franklin va al primo posto in classifica e, da quale momento, per tutti diventa Sister Ree, la sorella che ha insegnato il rispetto al mondo.
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