Per le registrazioni di Heroes, Bowie sceglie lo studio Hansa By The Wall dalla cui finestra si può vedere il muro con le Guardie Rosse e il filo spinato a fare da inquietante sfondo.
Il talento di Brian Eno (compositore e produttore inglese già al fianco di Bowie in Low) e la fascinosa, quasi glaciale atmosfera della Berlino di quei giorni producono un’energia intensa, palpabile, che favorisce una formidabile complicità tra gli artisti.
Non appena esce, Heroes viene accolto in modo trionfale da pubblico e critica: David Bowie dice che nell’album non vi è nulla di intimo e personale ma che è semplicemente frutto dell’osservazione di Berlino, della sua gente, dei suoi bar, della tristezza di quei giovani ma pure della loro tenace volontà di non cedere alla rassegnazione.
Anche la canzone “Heroes” racconta una comune storia berlinese: quella di un amore passionale tra due ragazzi che s’incontrano furtivamente sotto il muro.
Una scena che Bowie dice di aver visto più volte dalla finestra dello studio ma che poi riesce ad arricchire con un ritornello drammatico:
“Sì, mi ricordo / Stavamo in piedi accanto al Muro / E i fucili sparavano sopra le nostre teste / E noi ci baciavamo come se nulla ci potesse accadere / La vergogna era dall’altra parte / E noi sapevamo che potevamo batterli, ancora e per sempre / E che potevamo essere eroi, anche se solo per un giorno.”
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