La donna si chiama Hosana Huck ed è stata impiegata come cuoca: accusa il musicista di avere installato delle videocamere nascoste, nei bagni e negli spogliatoi delle donne.
A seguito dell’accusa l’avvocato Ronald Boggs costituisce una class action che conta un numero imprecisato di querelanti: qualcuno stima siano 200. Sarebbero tutte vittime delle videocamere che Berry avrebbe installato anche presso la sua residenza.
La vicenda si intreccia con un’altra.
Nel giugno del ’90 la polizia irrompe nella residenza di Berry al 691 di Buckner Road, Wentzville: si cerca cocaina che non viene trovata. In compenso la perquisizione porta al sequestro di hashish, marijuana, tre fucili, 122.500 dollari in contanti, videocassette, foto e libri a contenuto sessuale. Ma soprattutto dei video di tre minorenni nude.
In luglio, tornato da un tour in Europa, Berry compare davanti alla corte per rispondere delle accuse: viene liberato dietro il pagamento di una cauzione di 20.000 dollari.
In novembre la sentenza. Cade l’accusa di abuso sessuale, reato connesso al possesso dei video, ma il musicista è condannato a due anni con la sospensione della pena e dona, d’accordo con la corte, 5 mila dollari a un’organizzazione benefica.
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