Diventerà uno degli inni del gruppo e l’assolo di chitarra elettrica sarà votato dalla rivista Guitar World come uno dei migliori della storia del rock.
Persino Bob Dylan sarà fulminato dal sound degli Straits e di lì a pochi mesi ingaggerà il chitarrista Mark Knopfler come produttore del suo album Slow Train Coming.
I Dire Straits sono in quattro, vivono a Londra, hanno facce qualunque e vite piccolo borghesi. Insegnante di letteratura inglese col pallino per il rock, Mark Knopfler suona una chitarra Fender Stratocaster rossa del 1961 pizzicando e torcendo lievemente le corde coi polpastrelli delle dita. Il risultato è un suono personale e al contempo radicato nella storia del rock, che ricorda lo stile di Eric Clapton e di J.J. Cale. Il suo stile canoro, invece, evoca quello di Dylan.
I Dire Straits sono arrivati al contratto discografico quasi per caso.
Nel 1977 hanno inciso un demo autoprodotto di quattro canzoni e l’hanno spedito al deejay della BBC Charlie Gillett. Folgorato da “Sultans Of Swing“, Gillett l’ha trasmessa per radio dando il via a una vera e propria asta tra le etichette discografiche. La storia narrata nella canzone ha un che di romantico: un musicista jazz suona per passione in piccoli locali col suo gruppo, i Sultani dello Swing. Ma a colpire è soprattutto il sound: in piena era punk, ecco quattro musicisti che si rifanno senza pudori ai classici del rock americano.
Chi li ascolta non li scorda più.
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