Sanno di essere ricercati da settimane. Il giorno prima sarebbe stato il 27° compleanno del musicista, deceduto per una overdose il 19 settembre di quello stesso anno. Il capo d’accusa che pende su Kaufman e Martin è “trafugamento di cadavere“. Già, pare proprio che abbiano rubato la salma di Parsons.
I due se la cavano con poco, perché la legge della California non prevede pene particolarmente severe per quel reato: solo 300 dollari di multa. Più altri 700 per aver danneggiato, dandogli fuoco, il feretro.
Si chiude così una delle vicende più stravaganti della storia del rock, cominciata quando i due, per mantenere fede a una specifica richiesta di Gram, avevano sottratto la salma dell’amico poco prima che venisse imbarcata su un aereo diretto a New Orleans, città in cui avrebbe dovuto essere sepolto.
Qualche tempo prima, durante il funerale dell’ex chitarrista dei Byrds Clarence White, Parsons aveva confessato ai suoi amici: “Il primo di noi che morirà, dovrà essere trasportato dagli altri due nel deserto del Joshua Tree, in località Cap Rock. E lì il cadavere dovrà essere bruciato”. Gram amava il deserto di Joshua Tree: ci andava spesso in compagnia di amici come Keith Richards.
Lì si suonava, si fumava marijuana, si prendevano svariati tipi di droghe con la speranza di avvistare gli Ufo. Lo scorso 19 settembre, proprio nella camera numero 8 del Joshua Tree Inn, Gram Parsons era morto dopo una turbolenta notte di sesso e droga. E così, Kaufman e Martin mantengono fede alla promessa e decidono di esaudire il desiderio dell’amico: con uno stratagemma, ingannano i guardiani dell’hangar in cui era tenuta la salma e trafugano il cadavere.
Poi guidano tutta la notte fino al deserto, fermandosi solo per comprare alcune lattine di birra. Giunti a Cap Rock innaffiano di benzina la cassa e le danno fuoco. Quello che rimane, viene spedito qualche giorno dopo a New Orleans. Nel Garden Of Memories della città sul Delta del Mississippi il corpo di Gram Parsons trova finalmente pace. Sulla lapide una scritta: “God’s Own Singer“, il cantante di dio, proprio come il titolo di una delle sue più belle canzoni.
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