Look anni ’70, riff di chitarra potenti, equilibrata miscela rock blues, fascino vintage: sono questi alcuni degli elementi che incantano i ragazzi dei college americani e che decretano il successo dei “Corvi Neri” negli Usa prima e in tutto il mondo poi.
Nati ad Atlanta, Georgia, come evoluzione del duo dei fratelli Rich e Chris Robinson, i Black Crowes incidono il loro primo album (Shake Your Monemaker) nel 1990 e subito dopo vanno in classifica vendendo più di tre milioni di copie.
Il successivo tour in compagnia degli ZZ Top li rende ancor più popolari.
Così, con Southern Harmony And Musical Companion i Crowes raggiungono il numero uno. Il titolo del disco rende omaggio a un songbook con lo stesso nome che viene celebrato nel corso di un evento (il “Big Singing”) che si svolge ogni anno nella cittadina di Benton, nel Kentucky. Lì, centinaia di cori di varia provenienza, si riuniscono per cantare i brani tratti da quel catalogo. In realtà, la musica dei Black Crowes ha poco di sacro ma è rispettosa dei suoni delle radici e della tradizione del rock sudista, quella reso celebre da band come Allman Brothers o Lynyrd Skynyrd.
Tra alti e bassi, litigi e riappacificazioni, i Black Crowes sono ancora oggi nel cuore di tutti gli appassionati di rock. In 25 anni di carriera hanno venduto oltre 20 milioni di dischi e diviso il palco con leggende del calibro di Rolling Stones, Neil Young, Bob Dylan e Grateful Dead: perché, come ha dichiarato Steve Gorman, il loro batterista, “non hai bisogno di essere moderno se credi nella magia della vera musica“.
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