In cambio, s’impegna a mantenere alcune promesse fatte al cantante dei Queen sul letto di morte.
Sarà lei a prendersi cura di tante cose che Freddie Mercury aveva nel cuore. Come quella stravagante collezione di pesci giapponesi koi, carpe preziose e rare che nel paese del Sol Levante vengono tenute con orgoglio nei laghetti privati dei giardini di persone facoltose.
E così Mary affida alla miglior garden house di Londra, la Clifton Nursery di Mike Miller, la cura dei costosi pesciolini rossi. Con orrore, proprio il 24 luglio 2002, Mary Austin scopre che uno degli addetti al servizio si è scordato di riattaccare la pompa di alimentazione che portava acqua e ossigeno al serbatoio nel quale erano stati temporaneamente parcheggiati i pesci prima di essere nuovamente riportati nel laghetto di casa Mercury a Kensington.
E così, tutti e 84 i koi giapponesi della invidiabile collezione sono morti.
Mediamente, un koi può vivere sino a 20 anni e il valore in denaro di una collezione come quella di Mercury si aggira intorno ai 500.000 dollari.
“Ma non è una questione di soldi”, dichiara Russel Conway, avvocato di Mary Austin nonché curatore dell’eredità Mercury, “qui c’è di mezzo un valore affettivo incalcolabile”.
Per mani dell’avvocato Conway, Mary Austin fa causa alla Clifton Nursery anche se nulla potrà ricompensare il suo senso di colpa nei confronti di Freddie Mercury e della promessa che gli aveva fatto.
Cover photo by Pierre.pu – CC BY-SA 3.0
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