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I Platters sfidano la loro etichetta

Chicago, Illinois: il gruppo vocale dei Platters, per 4 volte al numero uno delle classifiche americane tra il 1955 e il 1958 con brani epocali quali "The Great Pretender" o "Smoke Gets In Your Eyes", sporge denuncia nei confronti della propria casa discografica, la Mercury Records.

Sembra infatti che i dirigenti dell’etichetta abbiano rifiutato loro alcuni nuovi brani soltanto perché alla voce solista non c’è Tony Williams, l’inconfondibile ugola dal timbro altissimo in grado di rendere magnificamente i classici del gruppo scritti dal leggendario Buck Ram, factotum artistico dei Platters.

In realtà, il contratto stipulato tra Platters e Mercury Records non prevede questa clausola. La storia dei Platters, la cui popolarità comincia a declinare proprio nei primi anni 60, è in realtà piena di dispute legali, specie sull’utilizzo del nome.

Da sempre, infatti, la formazione del gruppo è soggetta a cambi, modifiche, rientri. E ogni volta, si dà vita a formazioni analoghe che ingenerano confusione nel pubblico.

L’ultima disputa risale al 2006, con la battaglia legale che ha permesso a una società di Las Vegas (la G.E.M.) di ottenere la possibilità di presentare al Sahara, uno dei grandi Hotel/Casino della “capitale del gioco d’azzardo”, uno show con le canzoni “del grande gruppo vocale degli anni 50, The Platters”.



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