Tim e Jeff Buckley hanno gli stessi occhi, la stessa bocca, la stessa voce. Purtroppo, condivideranno anche lo stesso, tragico destino.
Buckley padre e figlio si sono incontrati soltanto tre volte, e sempre nella primavera del 1975, quando Jeff ha 8 anni.
Tim, di lì a poco – il 29 giugno di quello stesso anno – sarebbe morto per overdose di eroina. Il piccolo Jeff e la ex moglie Mary non vengono nemmeno invitati al funerale. Qualcuno dice si è trattato soltanto di un equivoco. Che, però comprensibilmente, colpisce il giovane Buckley che, anni dopo commenta: “Mi è spiaciuto non potergli dire addio“.
L’eredità artistica di Tim viene ben presto raccolta dal giovane Jeff. Anche perché, in casa Buckley, la musica è davvero un affare di famiglia. Cantano tutti.
“La musica è stata mia amica, mia alleata, mio tormento”, ha confessato una volta Jeff Buckley, “non c’è stato un momento nel quale non sia stata presente nella mia vita. Cantare mi ha sempre trasportato in un’altra dimensione. Ma da piccolo non avevo nessuno con cui condividere questa passione. La musica era il mio segreto“.
Il 26 aprile 1991 Jeff Buckley si presenta ufficialmente al mondo della musica. Partecipa a un tributo al padre Tim (organizzato dal produttore Hal Willner) che si svolge a New York, alla St. Ann’s Church nel quartiere di Brooklyn.
Molti spettatori di quella “serata-tributo” non sanno nemmeno dell’esistenza di un figlio di Tim Buckley. Ma quando i riflettori gli illuminano il viso, il pubblico finalmente capisce. Di quel momento magico, Hal Willner ricorda: “È stato come se fosse arrivato il Cristo“.
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