Bentrovati cari Musicoffili, oggi continuiamo a parlare di Joe Perry, cercando di entrare in maniera più specifica nel mondo della sua strumentazione e del suo suono, argomento tutt’altro che semplice dato che il nostro axeman ha cambiato e cambia spesso strumentazione, oltre ad essere in possesso di una collezione di chitarre a dir poco incredibile, annoverando oltre 600 strumenti!
In effetti la sua collezione è una delle più vaste e importanti al mondo, e rappresenta il sogno di ogni chitarrista; anche se la figura di Joe Perry è legata all’icona della Gibson Les Paul, lo stesso ha usato tantissimi altri modelli nel corso degli anni e durante ogni singolo concerto.
Il suo suono è caratterizzato spesso dall’utilizzo di accordature aperte e di chitarre particolari, spesso customizzate su sua specifica richiesta.
Nella foto sotto, ad esempio, lo vediamo con una meravigliosa Gretsch Duo Jet Double Neck, in un concerto con gli Aerosmith a Caracas.
Sul brano “Livin’ On The Edge” Joe Perry utilizza addirittura una B.C. Rich 10 strings, droppata in D con cui raggiunge un effetto sonoro davvero suggestivo, mentre nella canzone “Draw The Line” utilizza una Ampeg Dan Armstrong Plexi in open A.
In questo video si sente bene il suono della 10 corde di cui sopra:
In altri brani e anche dal vivo, Joe Perry ama utilizzare diverse Telecaster, tra cui una delle più suonate è sicuramente una Tele Esquire Jeff Beck Tribute, utilizzata anche sulle tracce in studio “Chip Away The Stone” e “Last Child”.
Tra le altre tantissime chitarre usate live e in studio, annoveriamo anche le Danelectro, in particolare una ’59 Dc, e delle Echopark di diverse tipologie (Ghetto Bird, Blue Rose, La Carne).
Il nostro guitar hero utilizza anche alcune Fender Stratocaster, tra cui una Gold Sparkle con cui ha suonato tantissimo negli anni ’90 in tour.
In questa foto invece lo vediamo suonare live con una Gibson SG Special.
Tra le sue asce preferite troviamo poi una Gibson Gold Top del 1968, ovviamente si tratta di una chitarra originale e non di una riedizione, che il nostro Joe pagò all’epoca circa 400$… cifra che ora fa sorridere dati i prezzi incredibili delle Les Paul vintage.
Troviamo poi una Gibson Custom 1954 Oxblood, e ovviamente le sue Gibson signature Custom Shop, la Custom 1996 e la stupenda Boneyard.
Inoltre forse non tutti sanno che Joe Perry, da vero musicista qual è, non utilizza sempre lo stesso set di corde, ma lo varie in base alle esigenze sonore del momento, utilizzando mute (generalmente Ernie Ball) con scalature 008, 009, e 010.
Passando al reparto amplificazione, anche qui troviamo tantissime tipologie di ampli, generalmente Marshall, essendo amante del classico suono Plexi; tra i più usati ci sono le Plexi ’69 (originali), dei JTM 45, delle testate Marshall Major Amp Head con KT88 e JCM 800.
Le plexi ’69 sono una del 1969 e una del 1970, la prima con valvole KT66, mentre la seconda è dotata di EL34.
Anche qui, Perry non utilizza solo Marshall, ma spesso ama usare amplificatori Friedman Dirty Shirley 40W, alcune diverse testate della Jet City Amplification, un Morris Mo-Joe Custom Shop, customizzato in base alle sue esigenze, e i Budda Verbmaster 80 W, utilizzati per almeno un paio di tour.
Che ci crediate o no, Joe Perry ha amato suonare anche i Roland Jazz Chorus JC120, utilizzando sia i combo, sia quattro testate comprate appositamente dopo aver ascoltato il chitarrista dei White Lion suonarle.
Con il suo gruppo, gli Hollywood Vampires, Joe Perry ha utilizzato un rig diverso, dove accanto alla testata Marshall, troviamo anche dei bellissimi amplificatori Supro.
Passando al versante dell’effettistica, anche qui troviamo tantissimi effetti che il nostro Perry utilizza sia in studio che live; alcuni di essi sono sempre presenti nella sua gear, composta generalmente da una pedaliera, con controllo MIDI, e un rack.
Nello specifico, tra gli effetti più utilizzati, troviamo vari pedali della TC Electronic: il Reverbero Hall Of Fame, il Flashback Delay, un Ditto Looper, lo Shaker Vibrato, un Corona Chorus e il Vortex Flanger.
Troviamo anche vari effetti della MXR audio come il Carbon Copy Analog Delay, l’MXR M108 equalizzatore a bande e l’MXR Overdrive/Boost.
Joe Perry è amante anche dei pedali della PigTronix, nella sua pedaliera troviamo infatti un Fat Drive, un Disnortion Analog Fuzz (si chiama proprio Disnortion!), e un Class A Boost Pedal; abbiamo poi il DD7 Delay della Boss e alcuni pedali “boutique” come El Capistan della Strymon e l’OCD della Fulltone; nel corso degli anni ha, poi, usato tantissimo anche i Line 6 DL4 Delay e MM4 Modulation.
Nonostante poi l’infinita collezione di chitarre, anche 12 corde, Joe Perry ha finito per utilizzare dal vivo anche il Roland VG8V Guitar System, per ottenere suoni più moderni; infatti, ha customizzato all’occorrenza delle Strato e delle Les Paul con pickups adatti per il VG System.
Ovviamente anche qui elencare tutti i pedali utilizzati è un esercizio ai limite del possibile, va però ricordato che per anni (e anche oggi), forse, il pedale più utilizzato da Perry è il Klon Centaur Professional Overdrive Pedal, suo marchio di fabbrica relativamente al suono, come qui:
Fatemi aggiungere solo una piccola chiosa finale, fare un articolo sulla strumentazione di Joe Perry (e di conseguenza sul suo suono), è stato compito particolarmente arduo che ha necessitato di molta ricerca e studio, in quanto Perry è in posseso di una delle più grandi collezioni di chitarre al mondo, spesso chitarre uniche e introvabili; elencare e analizzare tutta la strumentazione utilizzata è praticamente impossibile, ho cercato di sottolineare gli aspetti principali, conscio che in ogni caso rimarrà un excursus parziale per l’abbondanza del materiale trattato.
Joe Perry, come ho già detto nel primo articolo, è sicuramente uno dei chitarristi più sottovalutati dalla gran parte della gente, in quanto non è mai stato considerato (sbagliando) un vero e proprio guitar hero (come i vari Satriani, Vai etc…); posso solo aggiungere che non vi è nulla di più sbagliato in questo, perché Perry è oltre ad essere uno straordinario chitarrista, dotato di un timing unico, è anche un grandissimo musicista che ha scritto alcune delle canzoni che hanno fatto la storia del Rock.
Il suo suono si è evoluto esponenzialmente nel corso degli anni, come anche il suo modo di suonare e la sua tecnica che oggi non hanno nulla da invidiare a nessuno.
Lo ricordiamo negli anni ’70 con suoni obiettivamente non bellissimi (dati anche dai mezzi dell’epoca) e lo ritroviamo oggi con suoni mostruosi, avvolgenti e caldi che provano in modo tangibile l’evoluzione di questo straordinario artista.
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