In realtà, lei è nata a Chicago ma se lo sono già dimenticato tutti. Sì, perché Patricia Lee Smith, ancor prima di diventare Patti Smith, è ormai a tutti gli effetti una newyorkese d.o.c.
Grazie ai buoni uffici del suo amico Bob Neuwirth, conosciuto ai tempi del Chelsea Hotel, stasera il St. Mark è pieno zeppo e tutta l’elite della New York off Broadway è lì per lei.
Patti sta vivendo un’infuocata love story con Sam Shepard e sta facendo un po’ di esperienza nel teatro sperimentale.
Ma questa sera è qui per leggere i suoi testi: poesie crude, piene di rabbia e d’amore, di calma e di tensione, che sanno essere calde come il fuoco ardente o gelide come la lama di un coltello.
Accanto a lei, un chitarrista acustico (Lenny Kaye) conosciuto mentre faceva la commessa in libreria.
La performance lascia tutti i presenti a bocca aperta.
Eppure, dovranno passare altri quattro anni prima che John Cale, la leggenda rock dei Velvet Underground, produrrà Horses, album di debutto di colei che passerà alla storia come la “grande sacerdotessa del rock”.
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