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Lavorare su una colonna sonora: i fondamentali

In questo nuovo articolo vorrei parlarvi di come un musicista si confronta col mondo delle colonne sonore.Da tempo lavoro con il maestro Fabio Frizzi, apprezzato e famoso compositore italiano (tanto per ricordare qualche titolo: Fantozzi, Febbre da Cavallo, più moltissime fiction e trasmissioni).

In questo nuovo articolo vorrei parlarvi di come un musicista si confronta col mondo delle colonne sonore.
Da tempo lavoro con il maestro Fabio Frizzi, apprezzato e famoso compositore italiano (tanto per ricordare qualche titolo: Fantozzi, Febbre da Cavallo, più moltissime fiction e trasmissioni).

Dopo aver registrato con lui qualche colonna sonora, con la F2F band (Frizzi To Fulci) portiamo in giro per il mondo un doppio repertorio dedicato ai film di Lucio Fulci, storico regista italiano: uno è il concerto, composto da suite musicali (brani costituiti da diversi temi dello stesso film uniti insieme), e nell’altro abbiamo la proiezione del film “The Beyond Composer’s Cut” con la colonna sonora suonata dal vivo.

Volevo condividere con voi le mie impressioni dettate da queste esperienze, live e in studio, in un mondo che è un pò diverso da quello delle band…

Lavorare su una colonna sonora: i fondamentali

Prima di iniziare volevo darvi qualche suggerimento, soprattutto per quanto riguarda il lavoro in studio di registrazione.

È fondamentale saper leggere le partiture, le colonne sonore sono sempre scritte (o quasi). Può capitare di avere in anticipo le parti e addirittura qualche demo di riferimento, ma molto spesso le ricevi il giorno stesso delle registrazioni, e la lettura a prima vista diventa quindi un requisito molto importante.

Il primo passo è attenersi a quello che c’è scritto, studiare strutture e accordi e soprattutto dare ascolto al compositore per qualsiasi consiglio che può dare per migliorare il brano. Le scene possono essere spiegate all’inizio per dare un’idea di base a tutti i musicisti, poi si passa alla fase di lettura, qualche take per dare il tempo di assimilare il brano e poi via con la registrazione.
Bisogna essere ben preparati, a parte la lettura è utile anche un pò di esperienza in studio.

Si può registrare su un metronomo, facendo molta attenzione a stare precisi sul beat.
È diverso da un concerto, in studio puoi avere un certo tipo di stress perché quelle take (cioè le singole sessioni di registrazione) saranno le definitive che andranno mixate, e la paura di sbagliare può essere controproducente.
Anche se si hanno a disposizione più take (dipende dal tempo a disposizione) bisogna rimanere sempre calmi e concentrati.

Lavorare su una colonna sonora: i fondamentali

Fabio Frizzi

Quando c’è l’orchestra si deve avere un occhio sulla parte e un altro sul compositore che dirige tutti i musicisti. Non è una cosa facilissima quando non si è abituati, ma se si sta attenti allora diventa tutto più facile; usare bene gli occhi e le orecchie ti dà la sicurezza per eseguire al meglio le parti che sei stato chiamato a suonare.

Un altro aspetto importante è arrivare ben attrezzati: prima di registrare è molto consigliato, parlo dal mio punto di vista di bassista, cambiare le corde per avere un suono perfetto, magari farlo un paio di giorni prima di andare in studio per dare alle corde il tempo di assestarsi e per limitare quello stridìo metallico che spesso hanno quando vengono montate. 

Dare una piccola occhiata al setup dello strumento è un buon accorgimento, e non dimenticate mai le partiture.
Gomma e matita sono utili per prendere degli appunti personali e per scrivere qualche modifica che il compositore potrebbe fare all’ultimo momento. Per sicurezza una muta di corde di ricambio è meglio averla, così come un accordatore e qualche cavo jack di riserva.

Queste sono le basi minime, una breve introduzione a ciò che vi aspetta, ma abbiate fede che entreremo presto in maggiori dettagli che vi saranno assai utili, sia in studio che, nel caso del prossimo articolo, in concerto!

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