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L’eredità di Jim Croce

Per Jim Croce, vivere significava suonare, viaggiando da un music club a un piccolo teatro universitario, sera dopo sera, 250 giorni all'anno.

Quando, a soli 30 anni, il destino se lo porta via, Croce sta facendo quello che aveva già fatto centinaia di volte e cioè prendere un aereo per raggiungere il luogo dove si sarebbe dovuto esibire in concerto il giorno successivo.
Ma questa notte, 20 settembre 1973, pochi minuti dopo il decollo, il velivolo privato che ha noleggiato precipita, schiantandosi contro un albero, nei dintorni di Natchitoches, Louisiana.

In poche settimane, sull’onda dell’emozione, i suoi dischi balzano ai primi posti delle classifiche e i suoi brani più celebri assurgono allo status di classici della American Music.

La tragica e prematura scomparsa di Jim Croce lascia la moglie Ingrid in straziante solitudine. Dopo aver perso entrambi i genitori, l’allora 26enne ex compagna universitaria, ex partner artistica di Jim (e mamma del piccolo Adrian James) si ritrova a San Diego, California, nella peggiore situazione possibile.

Non solo. Un paio d’anni dopo, il piccolo AJ viene colpito da una malattia rara che gli riduce la vista e lei, Ingrid (a seguito di un’operazione) si ritrova con le corde vocali danneggiate e nell’impossibilità di tornare a cantare. Infine, le ci vogliono quasi 12 anni per incassare le royalty e i diritti d’autore sulla musica del marito.

Eppure, nonostante queste avversità, non demorde.

L'eredità di Jim Croce

Oggi, Ingrid Croce è uno straordinario caso di successo: proprietaria di due ristoranti e tre bar nel Gaslamp, quartiere centrale di San Diego e cuore della vita notturna della città del Southern California, è sulle copertine di news magazine di grido, ospite di ambitissimi programmi radiofonici e televisivi, autrice di libri che, in campo culinario, sono veri e propri best seller.

“Servire il miglior cibo possibile”, dice, “e proporre tutte le sere musica dal vivo ad amici, clienti e ospiti che vengono da tutto il mondo, è la nostra maniera di ricordare a tutti il calore e il senso dell’ospitalità che hanno sempre animato Jim Croce. E per tenerne in vita il ricordo”.

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