Quello stesso disco contiene la grande hit “Saturday In The Park”.
Nato nel campus della Università di DePaul nell’Illinois, il gruppo combina rock, jazz e R&B in una miscela unica e accattivante.
Li nota l’allora leggendario producer James William Guercio che ne diventa il manager. La voce di Peter Cetera, la chitarra funambolica di Terry Kath e i fiati spumeggianti guidati dal trombonista James Pankow sono gli elementi di forza della band. Insieme ad alcune canzoni che entrano di prepotenza nelle classifiche.
A ogni album (chiamato semplicemente con il nome del gruppo e un numero progressivo) seguono almeno due pezzi da classifica.
Prima dell’uscita di Chicago V, la band di Cetera, Kath e Pankow si esibisce per un’intera settimana alla Carnegie Hall di New York, il teatro più prestigioso d’America dove (prima di allora) il rock era entrato solo grazie ai Beatles e ai Led Zeppelin.
A seguito di quelle performance, nasce il progetto più celebrato e solido della band: un cofanetto con ben 4 dischi che raccolgono il meglio delle sette serate nel tempio della musica newyorkese.
Tra i brani presenti colpisce la formidabile “25 or 6 to 4”, un pezzo autobiografico scritto dal tastierista del gruppo, Robert Lahm, che descrive le difficoltà di comporre un pezzo alle 4 del mattino. O meglio alle 3.34 o 3.35 (cioè a 25 o 26 minuti dalle 4). “25 or 6 to 4”, appunto.
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