Miles Davis affermava di non aver mai sentito una nota sbagliata o fuori posto uscire dalla tromba di “Satchmo”, così chiamato per la conformazione della sua bocca (“a sacco”) su cui restava costantemente quella ferita, spesso dolorosa, dovuta al suo modo dirompente di suonare la tromba.
Prima di lui nessuno aveva mai raggiunto certe note sullo strumento e il suo genio musicale rimane ancora oggi attualissimo.
Negli anni delle contestazioni per la segregazione, fu accusato spesso dai suoi colleghi di colore di compiacere i bianchi con i suoi larghi sorrisi e le sue simpatiche “scenette”. Cosa che oggi potrebbe ingannare allo stesso modo i meno attenti, ma ogni cosa trova spiegazione nella sua epoca. Quella di Louis Armstrong era quella dove “i bianchi” si esibivano con le facce tinte di nero in spettacoli che prendevano in giro e caricaturavano “i neri”.
E a loro volta i neri facevano altrettanti spettacoli in cui imitavano, ironicamente, i bianchi che prendevano in giro i neri.
Un circolo vizioso in cui Satchmo era cresciuto artisticamente e umanamente.
Ma basta parlare ora, spazio alle splendide note della sua musica.
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