Parecchi anni fa ricordo che un ragazzo che avevo conosciuto via mail per ragioni musicali mi inviò un CD masterizzato con una compilation contenente una varietà di chitarristi molto diversi tra loro.
Conoscevo la maggior parte di essi, ma rimasi molto colpito dall’esecuzione schizoide del brano “La Bamba” in versione strumentale proposta da Mattias IA Eklundh. Avevo sentito nominare questo chitarrista, ma in effetti non avevo ancora avuto l’opportunità di ascoltarlo, perciò non avevo la minima idea di ciò che facesse.
Quella versione de “La Bamba” era una vera scarica di adrenalina, tempestata di armonici su frequenze lontanissime tra loro e uso del tremolo, il tutto su un tempo molto veloce. Rimasi molto colpito dalla precisione di tutto ciò, nel senso che ogni nota era intonata in maniera impeccabile e non si udiva alcun rumore non voluto nell’esecuzione. Capii subito di trovarmi davanti ad un chitarrista davvero originale, oltre che molto dotato tecnicamente.
Qualche anno dopo, grazie al fatto che Mattias è da sempre endorser del marchio Laney per quanto riguarda gli amplificatori, ebbi l’opportunità di organizzare alcune clinic in Italia con questo curioso vichingo.
Appena arrivato in aeroporto fui travolto dalla sua energia e dalla sua simpatia! Mattias difficilmente dice di essere stanco, è sempre molto energico, disponibile e volenteroso e si adatta a qualunque contrattempo con una saggezza zen.
Capii subito quanto fosse umile e il suo lato umano mi affascinò quasi più di quello musicale!
Vi racconto un po’ chi è Mattias.
Inizia a suonare la batteria a 4 anni, nel senso che qualunque oggetto percuotibile diventava il suo strumento e, nel frattempo, sviluppava uno spiccato senso del ritmo. Con l’avvento degli anni d’oro della chitarra, anche Mattias ha ceduto al fascino della sei corde, ispirato dai grandi nomi come Steve Vai, Joe Satriani, Yngwie Malmsteen, Paul Gilbert, ecc…
Il suo percorso musicale viene però subito influenzato dalla sua curiosità nel battere i sentieri inesplorati e dalla sua dedizione per qualunque cosa faccia.
Da lì inizia a sviluppare uno stile unico, creando una tecnica personale per ottenere gli armonici. In pratica Mattias riesce a produrre gli armonici solo con la mano sinistra, in un certo senso schiaffeggiando la corda nel punto in cui produrrà l’armonico desiderato. Da lì poi il suono prodotto viene “lavorato” con la leva del tremolo o con il volume, producendo un effetto violino se vogliamo.
Tutto ciò viene miscelato con un tecnica più convenzionale in cui Mattias dimostra di essere assolutamente in grado di stupire con una pennata alternata terrificante e degli sweep picking furibondi. Da sottolineare anche la potenza dei suoi riff che hanno sempre un gran groove, grazie alla sua confidenza con il ritmo che arriva dal sua più tenera età.
Ad amplificare la sua passione per il ritmo hanno contribuito poi i suoi viaggi in India, paese dove Mattias spesso tiene delle clinic, e in cui è venuto a contatto con la concezione ritmica locale, fatta di ritmi composti e interpretati con la massima naturalezza da quasi tutta la popolazione.
Mattias ritiene questi concetti talmente importanti che il più delle volte le sue clinic iniziano imbracciando una chitarra e terminano con un djembè, proprio perché è per lui un piacere poter condividere i concetti ritmici che la cultura musicale indiana gli ha insegnato.
Mattias ha costruito la sua carriera con grandissima perseveranza, ha sempre creduto in ciò che faceva ed ha costruito tutto con una razionalità impensabile da parte di un artista creativo del suo calibro.
Oggi si diverte sempre a dire “riuscite a credere che emettendo questi suoni assurdi io riesca a pagare le bollette?“, però questa è la prova che credendo fermamente in un progetto lo si può portare ad essere la propria professione.
Mattias è una persona che trasmette positività, voglia di fare, pazienza, perseveranza, onestà, umiltà, simpatia… passare una settimana con lui è come seguire un corso motivazionale, non perché lui debba per forza fare l’evangelista della sua filosofia di vita, ma basta davvero osservarlo per capire la serenità e la soddisfazione con cui vive tutto ciò che fa, la sua musica, la sua famiglia, la sua casa, i suoi cani, tutto insomm
Non si stanca mai di fare battute durante le sue clinic, infatti spesso faccio fatica a star dietro a tutte le sue gag! Già dovendo tradurre una battuta spesso se ne perde l’efficacia, figuriamoci se il 50% di ciò che dice dice sono cose del genere!
Il grande carisma e la simpatia di Mattias fanno sì che sia Laney che Caparison (il marchio di chitarre che utilizza) lo utilizzino spesso per delle clinic in tutto il mondo, perciò Mattias ha davvero visitato la maggior parte degli stati del globo, raccogliendo fans ovunque.
Grazie a questo Mattias ha iniziato parecchi anni fa ad organizzare un suo evento chiamato Freak Guitar Camp, un campus della durata di una settimana in cui chiunque può iscriversi per andare ad imparare nel dettaglio i vari aspetti della musicalità di Mattias, il tutto immerso nella foresta svedese dove lui risiede. Ad oggi sono tantissimi i chitarristi da tutto il mondo che hanno partecipato a questo incontro.
L’estrema originalità del suo stile, ha fatto sì che Steve Vai accogliesse Mattias Eklundh tra le fila della Favored Nations, la sua etichetta dedicata ai migliori chitarristi al mondo. Un meritatissimo riconoscimento per un artista veramente unico!
Parallelamente alla sua attività solistica, è nata la band Freak Kitchen di cui Mattias è leader. Si tratta di una band molto originale ma con parecchi contenuti melodici in cui Mattias ricopre anche il ruolo di cantante. I concerti dei Freak Kitchen offrono lo stesso contenuto di simpatia assicurato da tutti i tre elementi e sono sicuramente un evento da non perdere dal punto di vista musicale.
Tornando alle mie esperienza vissute con Mattias, negli anni ho avuto la possibilità di lavorare con lui parecchie volte e, conoscendolo bene ormai, ogni volta che mi capita l’occasione di incontrarlo non mi tiro mai indietro!
Ricordo che una volta stavamo viaggiando da Bari a Macerata e, che ci crediate o no, ci siamo imbattuti in una bufera di neve assurda per quelle zone. Una volta arrivati a Macerata lo scenario ricordava in effetti molto più la Svezia che le Marche! Ovviamente per Mattias quella era una condizione normalissima, infatti girava tranquillamente in maglietta in mezzo alla neve!
Parlando di come nasce la musica dei suoi album e di quelli dei Freak Kitchen, fa impressione sapere che tutte le basi di batteria (per nulla semplici) sono suonate dallo stesso Mattias, inoltre lui si occupa anche della registrazione e del mix di tutti i suoi dischi.
Come dicevo, l’originalità non manca mai nei suoi brani e, oltre alla sua tecnica irripetibile sulla chitarra, ci sono tantissime idee molto originali che rendono davvero divertente ascoltare la sua musica.
Per citare un esempio, Mattias aveva trovato una registrazione di quando aveva tre anni in cui faceva un sacco di versi durante un’intervista che un’emittente televisiva aveva fatto al padre giornalista. A distanza di tanti anni, Mattias ha campionato quelle frasi sconclusionate ed ha poi registrato suo figlio Gabriel mentre ripeteva delle cose simili, montando poi il brano in modo che lui a tre anni e il figlio sembrassero conversare in una lingua loro!
Le ispirazioni musicali di Mattias non hanno alcun limite, infatti nel suo ultimo album c’è anche una versione pseudo punk di “That’s Amore“!
Mentre scrivo questo articolo, spero tanto di poter rivedere Mattias al più presto, perché passare del tempo con lui mi fa stare davvero bene ed è estremamente motivante. Per questo motivo invito chiunque ne abbia solo sentito parlare a non perdere la prossima occasione di ascoltarlo e conoscerlo di persona, ne rimarrete sicuramente affascinati!
A presto!
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