Un caro saluto a tutta la community di MusicOff, per chi ancora non mi conoscesse faccio parte già da tempo della community, mi chiamo Gianluca Rescica, chitarrista dedito sia alla didattica che alla dimensione in studio e live, vivo in provincia di Siracusa e con immenso piacere inizio questa avventura, fatta di incontri interessanti in cui parlare di Musica e condividere conoscenze ed esperienze personali acquisite nel corso degli anni.
L’argomento che ho il piacere di trattare in questo articolo riguarda la figura del musicista “turnista”. Senza la presunzione né l’intenzione di voler fare sfoggio di verità oggettive o assiomi, mi accingo a scrivere ciò che da anni apprendo da insegnanti e musicisti professionisti con cui ho avuto ed ho ancora il piacere di studiare e suonare, e ciò che in parte deriva dalla mia esperienza che negli anni si è tradotta in sintesi e visione personale.
Vero è anche che in “medio stat virtus”, come recita un famoso detto latino, ed ogni percorso si fonda su dati di natura soggettiva ma in parte su dati oggettivi che sperimentati per anni da moltissimi altri professionisti sono divenuti ad onor del vero delle fondamenta su cui potersi muovere sicuri. Mi auguro che quanto andrete a leggere qui di seguito possa esservi anche in minima parte utile nel momento in cui vi capiterà di dover affrontare situazioni del genere.
I più tra voi sicuramente sanno cosa sia un turnista ma, per chi è nuovo a questa terminologia, dirò brevemente che si tratta di un musicista chiamato ad eseguire delle sessioni di registrazione in studio o ad esibirsi in uno o più concerti o spettacoli musicali di varia natura (teatrali, televisivi etc..). Il suo compito è quello di preparare ed eseguire, spesso in breve tempo, un repertorio uniforme o variegato di brani. La scelta su un determinato musicista piuttosto che un altro può dipendere da diversi fattori: si può essere scelti perché ritenuti validi per il proprio stile, per il proprio sound, oppure per la necessità di sostituire un altro musicista non disponibile.
L’umiltà e la consapevolezza che nulla ci è dovuto solo perché abbiamo uno smisurato ego, sono elementi essenziali ai fini della nostra crescita e della nostra professionalità. Bisogna sempre ricordarsi che nel momento in cui verremo scelti dovremo dimostrare quello che crediamo e pensiamo di valere.In entrambi i casi occorrerà onorare al massimo la fiducia che viene riposta in noi e dimostrare di rappresentare la scelta giusta di cui non pentirsi. Questo poi influirà e sarà determinante ai fini di altri lavori con le stesse persone o con altri interessati che avranno saputo che svolgiamo un buon lavoro quando siamo chiamati in causa sul palco o per una sessione di registrazioni.
Ovviamente l’esperienza, la crescita e i miglioramenti professionali, avvengono anche scontrandosi con situazioni in cui può capitare di prendere delle batoste. Schiaffi morali utili a farci ritornare coi piedi per terra, privati del nostro mantello da super eroe ridotto a brandelli. In un primo momento tutto ciò sarà avvilente e magari umiliante, ma costituirà uno dei passi fondamentali per la crescita della nostra maturità umana e musicale.
In questo primo articolo vorrei focalizzare l’attenzione sulla dimensione live del musicista turnista, dedicando in seguito spazio e attenzione alla dimensione da studio.
Il primo step da affrontare credo sia rappresentato dall’incontro con il nostro cosiddetto “datore di lavoro” (è un’espressione che non amo usare in ambito musicale, ma rende bene l’idea). Questa fase è molto importante, poiché chi ci ha contattati avrà interesse a capire innanzitutto che persona ha davanti, valutando in un certo senso più l’aspetto umano che musicale. Non basta essere soltanto dei bravissimi musicisti poiché la musica è fatta di rapporti umani e sociali. Sarà utile anche a noi capire con chi abbiamo a che fare. Tutto ciò ovviamente se è la prima volta che veniamo in contatto con una o più persone con cui non abbiamo avuto precedenti esperienze di lavoro.
È opportuno e consigliabile essere educati e propensi all’ascolto, per capire cosa ci viene richiesto e se è nelle nostre facoltà (non sempre preparazione ed esperienza ci consentono di poter essere idonei a tutte le situazioni). Se da questo primo approccio riteniamo di poter essere in grado di svolgere il lavoro richiesto e di questo ne è consapevole anche chi ci sta di fronte, possiamo passare a conoscere e valutare il lato economico.
Ovviamente, sempre con atteggiamento educato e mai presuntuoso o indisponente, valutiamo se il compenso che ci viene proposto sarà sufficientemente commisurato ai nostri sforzi tesi alla preparazione di un repertorio più o meno lungo e più o meno complesso, se sarà adeguato all’utilizzo della nostra costosa e delicata strumentazione (chitarre, ampli, effetti etc…), senza dimenticare e sottovalutare l’aspetto logistico (quanta strada occorrerà fare e con che mezzi, per raggiungere il luogo delle prove e dell’esibizione).
Per esperienza personale e da altre testimonianze di amici e altri colleghi, posso affermare che non sempre il trattamento che ci si aspetta equivale a ciò che ci viene proposto. Sicuramente una certa dose di intelligenza e duttilità da entrambe le parti consentirà di arrivare a un accordo e di non perdere l’occasione presentatasi. Svolgere un lavoro, magari dietro un compenso non proprio lauto, o senza tutti i comfort e gli agi possibili, e svolgerlo con professionalità, sarà sicuramente un bel biglietto da visita per il futuro. Successivamente potremo anche pretendere qualcosa in più, sempre con educazione e rispetto. Ovviamente non è detto che si riesca sempre a trovare un accordo, e a meno che non vogliamo essere dei buon samaritani modello, se le condizioni a cui dobbiamo sottostare sono nettamente a noi sfavorevoli è possibile che ci si trovi costretti e in diritto di dover rifiutare. Nulla è mai dovuto o dato per scontato.
Il secondo step riguarda l’acquisizione e l’analisi del repertorio che ci verrà chiesto di preparare ed eseguire al momento dello spettacolo. Potremmo trovarci in presenza di brani che già conosciamo e che magari abbiamo anche suonato in passato (se ad esempio ci viene richiesto di suonare delle cover), oppure potremmo trovarci di fronte a brani inediti che stiamo ascoltando e conoscendo per la prima volta. In ogni caso la prima cosa utile che consiglio di fare è un attento e meticoloso ascolto per fissare bene e memorizzare ogni dettaglio.
È necessario analizzare attentamente la struttura armonica e melodica generale di ogni brano con particolare attenzione naturalmente al nostro strumento. Poter richiedere e ottenere gli spartiti senza ombra di dubbio semplificherà molto il nostro lavoro di apprendimento ed esecuzione delle varie parti. Purtroppo non è raro imbattersi in situazioni in cui chi ci ha contattati per un lavoro non è in grado di fornirci anche tutto il relativo materiale cartaceo o multimediale utile e allora saremo costretti (ma non è un male in fondo) a utilizzare il nostro “orecchio” (non aver trascurato in fase di studio l’ear training in questi casi può tornare molto utile), cercando di cogliere quante più sfumature possibili.
Anche in questo caso suggerirei di far ricorso a una buona dose di positività e self control non inveendo contro chi ci ha proposto un lavoro. Non mi stancherò di ribadire che, nei limiti dell’educazione e della convenienza, dimostrarsi disponibili e capaci di adeguarsi alle situazioni, ci porterà futuri vantaggi e magari situazioni maggiormente serie e soddisfacenti.Per ora fermiamoci qui, il resto nella seconda puntata!<br>Un carissimo a tutti i musicoffili e keep in touch!
Gianluca Rescica
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Gianluca Rescica, chitarrista poliedrico, studia tra gli altri con Andrea Quartarone, Francesco Cataldo, Alessio Menconi. Partecipa a varie clinics e master classes (Massimo Varini, Andrea Braido, Jennifer Batten, Brett Garsed, Dodi Battaglia, Luca Colombo, Steve Trovato, Richard Smith, Greg Howe, Carl Verheien). Collabora come chitarrista/arrangiatore in studio e live con band e cantautori siciliani in concomitanza ai propri progetti. Insegna presso MusicLab Francofonte (SR) e Associazione Musmea Augusta (SR).
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