È la prima occasione ufficiale in cui viene svelato il contenuto di Graceland, uno dei dischi più innovativi e sorprendenti degli anni 80, che sarà poi pubblicato nel mese di settembre dello stesso anno.
Prototipo del concetto di world music, “Graceland” è un lavoro magistrale che unisce cantautorato e suoni del mondo, dall’Africa a New Orleans passando per il Messico.
Le registrazioni sono cominciate un anno prima, quando Paul Simon si reca in Sudafrica e per nove giorni registra i suoi brani con musicisti locali.
Scopre Ladysmith Black Mambazo (fenomenale ensemble corale zulu) grazie al documentario della televisione inglese, “Rhythm Of Resistance: The Music Of South Africa”; li invita quindi ai leggendari Abbey Road Studios di Londra (quelli resi celebri dai Beatles) per registrare insieme a loro un suo brano, “Homeless”, nel quale spicca una formidabile interpretazione vocale del leader dei Ladysmith, Joseph Shablala.
A sorpresa, il disco si rivela uno dei più grandi successi commerciali di Paul Simon ma soprattutto costituisce un autentico spartiacque, segnando un periodo di rinnovamento della scena musicale grazie all’unione delle tematiche pop/rock con quelle della world music.
Purtroppo per Simon, il progetto “Graceland” è fonte di controversie: il cantautore viene infatti accusato di aver violato il boicottaggio culturale in atto da anni verso il Sudafrica per via della sua politica razzista. Il comitato anti apartheid delle Nazioni Unite stralcia però ogni accusa nei confronti del musicista, sostenendo che Simon non ha dato il suo appoggio alle politiche segregazioniste, ma, piuttosto, ha contribuito a dare visibilità all’arte dei musicisti africani.
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