Sono tutte lì in attesa di vedere The Doors. Pagherebbero oro pur di ottenere refrigerio. L’aria è umida, stagnante. Sembra di essere in una palude dei vicini Everglades. In più, il gruppo è in ritardo, di quasi un’ora. E la folla è agitata.
Per Jim Morrison, è stata una giornata infernale. Doveva venire a Miami con la fidanzata Pamela. Dopo il concerto, i due sognavano una settimana di vacanza in Giamaica. Poi, il litigio. Pamela era restata a casa e Jim era volato in Florida con il suo manager.
Incavolato e depresso, aveva bevuto come una spugna. Quando giunge a Miami, è ubriaco perso. Ma vuole comunque salire sul palco. Di fatto, è impresentabile: barba lunga, occhiali scuri e cappello a tesa larga. Mostra scarso interesse a cantare le hit dei Doors che storpia apposta, quasi per fare dispetto.
Non pago, nel bel mezzo di “Five To One”, insulta il pubblico: “Siete solo un branco di idioti, incapaci di pensare con le vostre teste“.
La gente non capisce. Anche gli altri Doors sono sorpresi e perplessi ma, conoscendone il carattere, fanno finta di niente e riprovano a suonare.
Jim non demorde. Li interrompe più volte dando il via a nuovi, folli monologhi. Il pubblico reagisce fischiando, ridendo o applaudendo alle sue provocazioni, fino a quando, durante “Light My Fire”, Morrison si china davanti al chitarrista Robbie Krieger simulando una fellatio.
Ormai è il delirio. Un ragazzo del pubblico sale sul palco, Jim si toglie camicia e maglietta e rimane a dorso nudo. Qualcuno sostiene che si abbassi la lampo dei pantaloni e mostri i genitali alla folla in tumulto. La situazione è fuori controllo. Un tipo della sicurezza sbatte Morrison giù dal palco.
Le guardie del corpo lo accompagnano nei camerini. Qualche giorno dopo, a seguito di articoli di fuoco sulla stampa locale, la procura di Miami si costituisce parte civile contro James Douglas Morrison. Le accuse sono di comportamento osceno e lascivo.
Per i Doors, il concerto di Miami è la Waterloo della loro carriera.
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