A 57 anni d’età, muore di cancro al fegato Ian Dury, leggenda del punk rock inglese degli anni ’70 e ’80. Al suo funerale partecipano diverse star commosse tra cui l’amico Robbie Williams, come lui, ambasciatore dell’Unicef.
Colpito a sette anni dalla poliomielite, Ian Dury ne porta i segni nel fisico. Quasi sempre, (a volte persino durante i concerti), il cantante è costretto a usare un bastone per sorreggersi. Piccolo di statura, bruttarello e sgraziato, Dury sembra così accentuare ulteriormente il suo aspetto inquietante trasformandosi, anche per questo, in un’icona punk.
Purtroppo per lui, già nel 1996, gli viene (per la prima volta) diagnosticato un tumore dal quale sembra guarire anche se, un paio d’anni dopo, durante una trasmissione radiofonica, Bob Geldof annuncia la sua prematura scomparsa dando credito a voci fasulle che da tempo circolano nell’ambiente.
Alla notizia della sua dipartita, Ian Dury reagisce con ironia. Quindi sposa, in seconde nozze, la scultrice Sophy Tilson. Poco dopo, però, una nuova e ben più grave tumorale lo aggredisce: l’ultima esibizione dal vivo con i suoi Blockheads ha luogo il 6 febbraio 2000 al London Palladium. Quando sale sul palco (sostenuto a braccia da alcune persone) Dury rende visibili a tutti gli effetti della malattia. 45 giorni dopo, la fine.
In pista già all’inizio degli anni 70, Ian Dury deve attendere il 1977: quello è l’anno dell’esplosione del punk rock ma soprattutto della pubblicazione del singolo “Sex Drugs & Rock’n’Roll“. Il brano in questione, che peraltro non ha un gran successo commerciale, diventa il caso del giorno: bandito dalla BBC, nonostante il testo fosse una critica allo stile di vita “esagerato” di certe rock star, diventa lo spunto per centinaia di articoli e discussioni.
Si ritiene che il titolo (oggi trasformatosi in efficacissimo slogan entrato nel linguaggio comune) sia stato inventato dallo stesso Ian Dury.
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