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Steve Marriott: finale infuocato

Sono circa le 6 e 30 del mattino quando un automobilista, che sta transitando su una strada provinciale della campagna londinese, vede un cottage che sta andando a fuoco.

Chiama immediatamente i pompieri che giungono sul luogo in pochi minuti. “L’incendio non è facile da domare“, dice Keith Dunatis, capo dei vigili del fuoco, “ha invaso il piano superiore della villetta“.

Proprio nella camera da letto, Dunatis e la sua squadra di soccorso trovano il corpo esanime di Steve Marriott, ex-leader delle Rock band inglesi Small Faces e Humble Pie.
La sera prima, Marriott era tornato da New York dove aveva preso accordi per registrare un nuovo disco con Peter Frampton suo vecchio amico e compagno d’avventura con gli Humble Pie.

Steve è in compagnia della moglie, Toni Poultney. I due avevano litigato per ore a bordo dell’aereo. Marriott ha bevuto moltissimo. Quando arrivano a Londra, li accoglie un amico che li porta al ristorante (dove i due proseguono a bere e a questionare) e poi li invita a stare da loro per la notte.
Al termine di un ennesimo, violento litigio, Steve Marriott lascia la casa dell’amico per fare ritorno al suo cottage.

Una volta giunto a destinazione, sale nella camera da letto. Si accende una sigaretta e (stremato dalle ore di viaggio e dallo stress emotivo) cade addormentato. La sigaretta accesa è fatale: le lenzuola prendono fuoco e poi, a seguire, i mobili della stanza prima e tutto il cottage dopo.
Per Steve Marriott non c’è scampo: muore a 44 anni.

Cover photo by Dina Regine – CC BY-SA 2.0

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