Eccoci giunti a questa nuova puntata. Racchiudo due puntate in una poiché ho avuto una simpaticissima disavventura: eravamo per l’appunto appena arrivati a Salisburgo, al Rock House, si scarica tutto, con il solito aiuto dello staff….
Prepariamo le nostre cose e ci rilassiamo nel backstage, qui davvero piccolino, di passaggio e non clamorosamente fornito come i precedenti.
Apro il MacBook Pro (che uso solo per lavori in mobilità, chi mi conosce sa che non sono un grande fan della mela), preparo due, tre cose di lavoro che avrei dovuto fare per lo studio e di punto in bianco non si sente più l’audio del pc. Le impostazioni sono tutte corrette, tra l’altro è il mio lavoro!
Decido di riavviare il computer e confidare ciecamente nel classico miracolo dell’informatica. Riavvio, password, barra di avanzamento del login ma nulla succede più: schermata nera con solo il puntatore. Tento un riavvio forzato. Tutti i vari ripristini possibili con le varie combinazioni ma nulla, non c’è verso di farlo funzionare.
Dato che il mio computer mi serve sia per lavorare che come spare per le sequenze del live, mi dico, vabbè, formatto tutto e via. Ho tutti i backup e gli installer dei software con me, non ci saranno problemi.
E invece niente, la macchina si ferma sistematicamente a un terzo dell’installazione del nuovo OS (dopo aver inizializzato anche il disco, dunque da zero proprio). Serie di imprecazioni, supporto telefonico Apple che si trova impreparato di fronte alla nuova schermata di errore (un codice sconosciuto a loro, ovviamente se devo fare le cose devo farle per bene) e Finch mi chiede di andare da Federica nel van per cercare un cavo che non trovava.
Esco, apro il van e mi trovo di fronte una sorpresa spettacolare: Sara, la mia fidanzata, era nel van. Che spettacolo. Si è sorbita molte ore di viaggio, tanti cambi di treno per me. Un’emozione grande e un gesto che porterò sempre con me. Sono davvero la persona più felice del mondo!
Andiamo a cena a 30 metri dal locale con tutta la band. Il Rock House di Salisburgo serve la cena in un locale vicino, con una signora simpaticissima che cucina alle nostre spalle. Mangiamo molto molto bene e scambiamo due chiacchiere.
Io ho con me il Mac e continuo a fare tentativi (Sara mi ha ben distratto dal problema, devo ammetterlo), nulla.
Torniamo nel locale, ci rilassiamo un po’, decido di mettere a posto il computer, il giorno seguente avremo un day off a Treviso, lo porterò in un Apple Store. Mi godo la serata.
La venue è molto garage, una sala in pietra, molto underground, non grandissimo ma dà delle belle sensazioni.
Faccio due chiacchiere con Eero, il bassista dei The Rasmus, che mi racconta della sua vita in Australia, dove vive perché si sta diplomando in Film Making. Scambiamo due chiacchiere con un buon caffè che offre a me e a Sara dal loro tour bus e torno nel locale a prepararmi.
È il nostro turno, lo stage è molto raccolto, c’è una grande botta sul palco che suona parecchio dal pavimento. E quando soprattutto usi in-ear che ti isolano dal palco, avere un bel palco che suona ti dà molto più gusto.
Il pubblico, non numerosissimo, è abbastanza caldo, si divertono con noi e tutto sommato è un bel concerto. Carichiamo subito il van, in modo da essere prontissimi per partire alla fine del live.
Andremo diretti a Mogliano Veneto, dove abita Sara, che ci ospiterà tutti per qualche giorno. Arriviamo ad ora di pranzo, ci rilassiamo e nel pomeriggio andiamo ad un centro commerciale dove c’è un Apple Store.
Per farla breve molto probabilmente si tratta della scheda madre andata all’aceto. Benissimo, realizzo che non avrò più i un computer per il resto del tour, bel casino. Non hanno i ricambi ed in ogni caso ci sono 7 giorni di attesa per la riparazione (in garanzia), non c’è possibilità di avere un computer sostitutivo e sono costretto a lasciarlo lì.
Chi è che aveva l’assistenza migliore del pianeta? Lasciamo stare…
Domenica sera, andiamo a cena in una churrascheria brasiliana, un all you can eat di carne brasiliana per l’appunto. Il cibo è sempre fra le cure migliori. Mangiamo circa 700 gr. di carne a testa (che suderò nella notte) e ci rilassiamo. Era tutto splendido.
È lunedì mattina, ci facciamo tutti comodamente una doccia ed usciamo per fare un po’ di acquisti. Alle 13 arriviamo al locale, il New Age di Roncade (Treviso), bel locale dove ci accolgono assolutamente bene.
Prepariamo la strumentazione e andiamo nella zona catering, più che ridimensionata rispetto alle venue precedenti. Il check va benissimo, i ragazzi del locale sono tutti molto bravi e disponibili.
Faccio un salto in un centro commerciale per tagliare i capelli, fortunatamente trovo un posto libero.
Ci prepariamo per la sera e torniamo al locale. È tutto pronto, iniziano gli Ovelapse (la band che suona prima di noi e con cui stiamo condividendo tutti gli stage negli opening). Arriva il nostro turno. Il palco non è grandissimo, c’è un po’ di ritardo nel cambio palco ma iniziamo praticamente in orario.
Ad essere onesto non mi aspettavo che il pubblico italiano fosse così partecipativo. Sono tutti letteralmente impazziti, urlano, battono le mani, cantano e partecipano in un modo incredibile. Non me lo sarei aspettato perché in Italia c’è sempre una sorta di timidezza nei live ed invece ogni ordine è stato sovvertito.
La scaletta fila benissimo. Va tutto divinamente e ci divertiamo come matti. Una serata splendida, davvero. Quando si gioca in casa e c’è questo coinvolgimento, beh, non c’è cosa più bella.
Carichiamo di nuovo il van e siamo in direzione casa di Sara, dove dormiremo anche questa notte. Non prima però di fermarci da un kebabbaro, la fame è tanta. Mangiamo e rientriamo a casa, stanchissimi ma davvero davvero felici.
Cercherò in questi giorni di trovare una soluzione per continuare a produrre materiale video da montare per arricchire, come fatto finora, questo tour diary.
Per oggi vi lascio un po’ di foto di queste giornate.
Direzione Milano, Alcatraz!
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