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Come pulire un disco in vinile

Se c'è una questione per la quale anche in gruppi di esperti potete trovare pareri e metodi casalinghi di qualunque tipo e concitate discussioni, è quella del "come si pulisce un disco in vinile?".

Troverete chi usa spugnette e detersivi, chi acquista costosi prodotti di marche esoteriche, chi ricorre a vetusti metodi come quello della colla vinilica e chi addirittura ha la brillante idea di spruzzare sul vinile composti pieni di oli e additivi che sicuramente sono utili per sgrassare parti meccaniche, ma certo non per i solchi del vinile…

Chi più spende meno spende?

Premesso che ogni opinione è lecita e che vi imbatterete pur sempre in colui che “lava così migliaia di vinili dagli anni ’70“, io oggi voglio farvi vedere una soluzione un po’ più professionale, sicuramente un pelo costosa ma che altrettanto di sicuro, se acquistate molti vinili a settimana e la vostra collezione inizia a contarsi sulle “centinaia”, vi consiglio vivamente. Soldi ben spesi, risultati assicurati, tempo risparmiato.

Le cose da NON fare

Iniziamo da tutto ciò che non dovreste fare. Non vi farò qui un elenco, semplicemente perché già esiste e per vostra fortuna è in italiano. Lo trovate a questo link e io condivido praticamente ogni cosa che viene detta. Leggete e poi tornate qui per continuare il nostro approfondimento e soprattutto guardare il video.

Knosti
La Knosti a funzionamento manuale

Olio di gomito o macchine (più o meno) automatiche?

Eliminati i metodi “creativi”, vi dico che esiste una soluzione sopra il lavaggio a mano ma pur sempre manuale. Si chiama Knosti, è una macchina a funzionamento manuale ed è un classico per chi ha la passione del vinile. Ne esistono simili anche con altri nomi.
Funziona? Sì, non è male anche se decisamente meno efficace del mezzo che vedremo tra poco, ma è a mio parere un metodo molto laborioso. Se dovete lavare qualche vinile ogni tanto, può andare. In caso contrario, diventa una noia non da poco dover montare ogni volta tutto e mettersi lì a girare il vinile nella vaschetta contenente il liquido.

Oltretutto, ne dovreste avere due (il che inizia a far meditare sulla presunta economicità) per fare prima un lavaggio nella miscela che scioglie lo sporco e poi uno in acqua distillata (e considerate anche lo spreco di liquido). In più, l’asciugatura rimane sempre un qualcosa di arraffazzonato a mio modesto parere. 

Macchina a ultrasuoni per dischi in vinile
Macchina a ultrasuoni per pulizia dei dischi in vinile

In medio stat virtus…

Lasciando perdere i metodo ipercostosi, che corrispondono a macchine a ultrasuoni che fanno sì miracoli, ma costano migliaia di euro (qualcuno però se le autocostruisce, quindi se ne capite di meccanica…), eccoci arrivati alle cosiddette “Record Vacuum Cleaner“, cioé macchine ad aspirazione.
Non è niente di speciale, si tratta di un motore che gira il disco e di un aspiratore che porta via il liquido che ha intanto sciolto lo sporco, certo è che però non tutti hanno la possbilità di farsi in casa da soli una macchina del genere, considerati anche alcuni componenti pressofusi, e soprattutto con la garanzia che reggerà il giudizio del tempo…

Il loro costo si è assai abbassato rispetto ad anni fa e oggi le trovate a cifre tra i 300 e i 400 euro. Molti? Si certo, non sono bruscolini, ma credetemi sulla parola che una volta che si inizia ad usarle, non si rimpiangerà nemmeno un euro speso.

Quanto vale il vostro tempo?

Il video che ora vi accingete a vedere, fatto per pura passione, vuole essere solo un consiglio pratico – e assolutamente non un diktat – per chi ha una collezione almeno superiore ai 100/200 vinili e ne compra spesso, magari usati. Non si promuove questa o quella macchina, ma solo un metodo mediano, sia di spesa che di efficacia, attuabile in casa propria.
Se taluni credono di essere felici e soddisfatti armandosi di spugne e spugnette, consumando l’acqua del lavandino e perdendo tempo ad asciugare con panni, phon o aria i propri dischi, questo va benissimo per costoro.
Non è una questione di soldi spesi nell’oggetto, ma di quanto valore date al vostro tempo.

Si può dire (o inventare!) qualunque diceria su un prodotto commerciale, ma ciò non toglie un dato di fatto se ci poniamo su un piano più alto di tutta la questione: mentre altri che si ingegnano con dischi sotto le fontanelle o a girare manovelle di sistemi a vaschetta – comunque non regalati e consumando molto liquido – chi usa una macchina ad aspirazione in meno di 3 minuti ha lavato e asciugato il disco e lo sta già ascoltando in poltrona.
Consumerà meno, sporcherà meno, avrà meno ammenicoli intorno e, soprattutto, ascolterà più musica nell’arco della giornata! E su questo, come si dice, le chiacchiere stanno a zero.
Poi, qualunque sistema alternativo e più economico di quello mostrato e che rispetti gli stessi parametri ben venga! Siete dediti al DIY? Costruitevi una macchina aspiratrice (o magari a ultrasuoni) da soli, non sareste i primi a farlo!

Quindi, quanto vale il vostro tempo? Il mio tempo risparmiato nei 5 anni che oramai possiedo questa macchina (per più di un migliaio di dischi lavati) valeva e vale ancora i poco meno di 400 euro pagati? Sì, posso metterci entrambe le mani sul fuoco.

Vi posso assicurare che in una manciata di minuti si ha il nostro disco bello pulito e pronto all’ascolto. Chiaro, i miracoli non sono di questa terra, i graffi se ci sono, restano. Puliti, ma sempre graffi sono…
Il tempo risparmiato potrete utilizzarlo per ascoltare la musica, chissà magari anche quella che vi consiglio io se vorrete. 

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