Una grande opera di cui si è fatta carico con estremo piacere la prestigiosa accademia musicale Saint Louis College of Music di Roma, che abbraccia la storia del Jazz italiano dalla seconda metà del secolo scorso fino ad arrivare all’inizio del nuovo millennio, seguendo il suo percorso di crescita fino alla definitiva affermazione a livello internazionale.
L’idea di fondo del progetto
L’Archivio nasce e si sviluppa grazie ad un attento lavoro di ricerca, archiviazione e divulgazione di materiale bibliografico, audio, video e fotografico, affiancato da dettagliate schede informative, editoriali e testimonianze di autorevoli personalità del panorama jazzistico italiano.
La convinzione di poter trasformare la scoperta e la conservazione della memoria del jazz italiano nel motore propulsivo del fermento artistico di oggi e di domani è la base del progetto, unico a Roma, ideato e realizzato dal Saint Louis, prima scuola di musica in Italia ad interessarsi in maniera specifica al Jazz e a rappresentare ancora oggi, a 45 anni dalla sua fondazione, uno dei più solidi e prestigiosi istituti musicali in Europa.
1980 – Roma, Studi Edi-Pan – E. Pieranunzi con C. Baker durante le registrazioni di “Soft Journey”
Foto di Massimo Perelli su gentile concessione di SLMC
Gli autori
L’Archivio è consultabile online sia sul sito web del SLMC, sia tramite Jazz Up, l’app del Dipartimento di Jazz del Saint Louis, disponibile per piattaforme Ios e Android.
Questa grande opera è costantemente alimentata dal materiale condiviso da contributori provenienti da ogni parte del mondo. T
ra i primi ad inviare i propri contributi ci sono stati: Maurizio Giammarco, Enzo Pietropaoli, Enrico Pieranunzi, Furio Di Castri, Bruno Tommaso, Dino Piana, Franco Piana, Filippo Bianchi, Danilo Rea, Roberto Gatto, Stefano Mastruzzi, Umberto Fiorentino.
Charles Tolliver al Saint Louis
Foto su gentile concessione di SLMC
Il Responsabile dell’Archivio è il critico musicale Paolo Marra, che dice: “L’Archivio del Jazz a Roma è un progetto di cui questa città aveva fortemente bisogno per sottolineare la necessità di un recupero storico-documentaristico della memoria jazzistica, troppo spesso trascurata e che invece è necessario porre come fondamento imprescindibile del fermento artistico delle nuove generazioni di musicisti.
Una memoria costellata di musicisti, storici jazz club, piccole e grandi etichette discografiche, produttori e talent scout, critici musicali e giornalisti, fondamentali incisioni, trasmissioni televisive e radiofoniche, grandi orchestre, incontri col grande cinema italiano e infine impegno sociale e politico”.
Enzo Pietropaoli con Ginger Baker e Huw Lloyd-Langton degli Hawkwind
Foto su gentile concessione di SLMC
Com’è organizzato l’archivio
Diviso per decenni, dagli anni ‘50 ai 2000, l’Archivio del Jazz si compone di diverse sezioni tematiche costituite da contributi di autorevoli personalità del Jazz italiano: foto, filmati, materiale bibliografico, album, audio e articoli di riviste specializzate, giornali e quotidiani italiani e stranieri.
Ad affiancare ogni contributo, sono presenti schede informative ed editoriali pubblicati a cadenza settimanale, per raccontare con uno sguardo attento le varie fasi di un lungo percorso dalle molteplici sfaccettature musicali ed umane.
1979 – Nizza – E. Pieranunzi con S. Stitt
Foto su gentile concessione di SLMC
Prerogativa dell’Archivio è mettere a disposizione, per qualunque tipologia di fruitore, uno strumento informativo, di ricerca e approfondimento, coadiuvato da un costante lavoro di aggiornamento del materiale presente all’interno delle pagine, arricchite di volta in volta di spunti interessanti e coinvolgenti.
L’obiettivo non è solo quello di creare una visione d’insieme della vicenda jazzistica italiana, ma di coglierne lo spirito, legato a doppio filo con le varie fasi della storia del nostro Paese.
L’Archivio del Jazz rappresenta una sfida affrontata con competenza e soprattutto passione, perché alla fine il Jazz è un patrimonio di tutti noi.
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