L’esame si avvicina e gli studenti corrono ai ripari. Sono mesi duri, in cui occorre rimanere sul pezzo per non essere lasciati indietro dai professori ed essere costretti a far una maratona tra i libri una settimana prima.
Di solito, per concentrarsi al meglio, alcuni ragazzi mettono in stand by i loro hobby e le loro passioni. Ma esiste un modo per studiare senza rinunciare a niente? Assolutamente sì, ed Exuvia di Caparezza ci viene in aiuto!
Studio, proteste e musica
In questi giorni stiamo assistendo a varie proteste studentesche tutte legittime e, soprattutto, tutte giuste.
Mettiamoci nei panni di questi poveri ragazzi: dopo due anni di Covid, e quindi due anni di DAD (con annessi tutti gli sbatti delle connessioni, dell’audio e dei computer antidiluviani che un tipico istituto scolastico può offrire) si chiede loro di far finta che nulla sia successo e di ritornare a fare l’esame vecchio stampo.
Quindi, se qualcuno parla di gradualità e di progettualità, avrà sempre il mio favore. Evviva pertanto gli studenti.
Ma non siamo qua a parlare di politica, noi dobbiamo parlare di musica. Prima però, per calarci bene nel contesto, fatemi constatare un’ultima cosa, che non è politica, bensì buon senso: stiamo assistendo anche a orribili morti durante il “periodo stagistico”, l’arco di tempo in cui i ragazzi sperimentano in prima persona cosa vuol dire lavorare e non venire pagati: in poche parole, sfruttati.
Quindi, ricapitolando, la scuola chiede:
a) di far finta che il covid non sia mai esistito;
b) di salutare come se fosse un “addio” i genitori prima di partire per lo stage;
c) di rinunciare a divertimenti e passioni per studiare in vista di un esame, e tra l’altro, scusate non voglio parlar male per forza della scuola ma mi vengono offerte su un piatto d’argento, ora non presuppone più la discussione della tesina (momento in cui lo studente poteva effettivamente parlare in maniera scientifica ed esatta di una sua passione), ma la discussione verterà sul PCTO, ossia sul tirocinio che, ripeto, è l’arco di tempo in cui sei sfruttato da un’azienda. Geniale.
Ma se sei uno studente e stai leggendo questo articolo, magari dopo tutto quello che ho scritto starai valutando l’idea di praticare bungee jumping giù dal balcone senza corda, non devi disperare!
Perché se lo Stato non ti vuol far redigere una tesina, tu puoi f******o preparandoti all’esame con la tua passione che ti porta ad essere in questa community: la musica.
E chi ti permetterà di far ciò? Caparezza. Il rapper di Molfetta infatti ripercorre nelle sue tracce dell’ultimo album Exuvia tutti gli autori fondamentali del quinto. Come? Vieni con me.
Leopardi: Contronatura
Che Capa abbia un debole per Leopardi è evidente, si pensi ad esempio al brano “Infinito” contenuto all’interno di Prisoner 709.
Il poeta recanatese, nella prima fase del suo pensiero, sosteneva che gli antichi fossero più felici rispetto ai contemporanei perché più a contatto con la Natura.
Gli uomini dell’800 stanno vivendo in pieno high season della crisi delle certezze (cominciata già con la scoperta dell’America nel 1492) e questo genera spaesamento e sofferenza. Con la crisi delle certezze, tutti i nodi vengono al pettine, scompaiono le illusioni.
Gli antichi, al contrario vivevano di quella loro “saggia ignoranza”: insomma, creandosi illusioni e stando più a contatto con la Natura, essi erano predestinati a vivere felicemente.
La soluzione che adotta il recanatese è proprio quella di crearsi delle illusioni artificiali al fine di ingannare la mente per farle credere di non essere a contatto con la nuda e cruda realtà. Per mettere in pratica questo consapevole autoinganno occorre una rigida pianificazione: esso necessita di un ostacolo (teoria della visione.
L’esempio principale è la “siepe” dell’Infinito che impedisce la visuale e quindi si deve per forza attivare l’immaginazione per ipotizzare cosa possa esserci al di là di quella.
A questo si unisce la teoria del suono: creazione di suoni vaghi ed indefiniti che schiudono, al loro udirsi, mondi dove poter far naufragare il nostro pensiero. Queste due teorie formano il bello poetico.
Anche in Infinito di Caparezza succede un qualcosa di simile: nel testo ci si sofferma sul fatto che la nostra età è dominata dalla tecnologia (questo non è il pianeta terra, questo è Human Simulator).
La soluzione del rapper è identica a quella leopardiana: accettiamo la finzione, lasciamo che il nostro pensiero naufraghi nell’immensità.
Inoltre, Capa aggiunge un qualcosa di importante: anche se sappiamo che ci creiamo illusioni fittizie sono proprio loro a mantenerci in vita! (Il sorriso delle hostess, le fiabe della buonanotte, lo spettacolo dell’arte, lo stupore per il regalo di compleanno. E tu di che ti meravigli? )
Ma sappiamo che purtroppo (“purtroppo” lo dico perché il sig. Leopardi cambiando 300 volte idea ci fa studiare 300 cose diverse, lo preciso per i puristi leopardiani…), il poeta non si ferma qui: articola il suo pensiero.
Da un pessimismo storico (quello detto prima) si passa a un pessimismo cosmico. Si rende conto che in fin dei conti non è poi così vero che gli antichi se la passavano bene. Il suicidio, per esempio, sembra una banalità, ma veniva praticato; c’erano i terremoti; fenomeni vulcanici…
Si rende conto che la Natura non è più la madre buona e calorosa che ospita, abbraccia e protegge i suoi pargoli. Tutto il contrario! Però attenzione: essa non è malvagia, semplicemente rimane indifferente davanti alle sorti del genere umano (una specie di meccanismo che si assicura che tutto rimanga in equilibrio, nella pura ottica dell’anaffettività).
Dove spiega tutto questo concetto? Nel Dialogo della Natura e di un Islandese. Ed è proprio questo brano che viene ripreso da Caparezza e riproposto nella traccia Contronatura, anticipato dallo skit precedente (La Matrigna):
Perdo le difese come l’islandese
Che migrò alla ricerca di un clima mite
Un campo minato tra me e Santiago
Io negativo ma di Salgado
Il presente mi parla e non lo capisco
Avrà il cavo del micro che è dissaldato
Sono disarmato, la foresta fa sguardi da occhi cavati
Non mi fido dell’uomo né delle bestie
Credo solo ai Leopardi di Recanati
Un Islandese incontra in Africa la Natura, verso la quale comincia una vera e propria lamentela. Com’è possibile che io, che ho rispettato sempre la natura posso essere minacciato, o addirittura posso morire a causa della ferocia di un pericoloso animale?
Giustamente la Natura si discolpa sostenendo che lei è totalmente indifferente alla vita dell’uomo. Precisa addirittura che se gli si fa del bene o del male, essa neanche se ne avvede.
Con il personaggio dell’Islandese Leopardi raffigura il passaggio da una concezione antropocentrica a una concezione biocentrica: se fosse l’uomo al centro del mondo significherebbe che la sua scomparsa determinerebbe la fine di quest’ultimo; invece non è così!
Ai miei studenti, ho tenuto lo spoiler per la fine (capisci che se parlo male della scuola è perché la conosco e la amo), dico sempre che i grandi artisti sono quelli che non inventano niente ex novo, ma che riprendono grandi temi aggiungendo un piccolo tassello in più. Infatti, in un articolo di Fanpage music si legge la seguente dichiarazione di Caparezza:
“La natura matrigna, per Leopardi, si soffermava sul lato oscuro, ci sono i parassiti, ciò che uccide, ciò che consideriamo innaturale, partendo da là ho pensato che prendersi cura della natura fosse contro natura, ho sovvertito questa cosa perché penso che quando si lotta per proteggere natura è lottare per l’uomo. “
L’uomo quindi ha una dote in più rispetto alla meccanicità della Natura: la consapevolezza che può essere d’aiuto a questa grande mamma.
Una femme fatale a tutti gli effetti, che per quanto può essere aggressiva non ce la sentiamo di farle del male.
Non è certo finita qui, restate collegati per la seconda parte di questo articolo…
Cover Photo by Giuseppe Milo - CC BY 4.0
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