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A suon di ROCK the Castle, il festival nel castello

Nella splendida cornice del castello Scaligero di Villafranca di Verona, si è riaperto al grande pubblico l’appuntamento che dal 2018 a questa parte coinvolge gli amanti del rock, ovvero il festival “Rock The Castle”.

Chiunque abbia immaginato di tornare indietro nel tempo, nel medioevo, e di poter ascoltare la sua band preferita in un contesto come quello, dovrebbe visitare il Rock the Castle.

L’edizione del 2022 è stata ricca di band molto diverse tra di loro che hanno saputo dare al pubblico una dose di energia non indifferente per 3 giorni di musica non stop.
È stata, inoltre, una valida occasione per ascoltare nomi più o meno conosciuti della scena metal mondiale.

Ogni giornata è stata scandita da 6 differenti gruppi che si avvicendando in perfetta rotazione, un evento quindi denso di appuntamenti pronti a soddisfare tutto il pubblico. 

Una delle band che ha riscontrato più successo al festival sono stati sicuramente gli inossidabili Saxon, che hanno dimostrato di farla da padroni in quel tardo pomeriggio di luglio.
Un carattere anni ’80, nello stile e nel suono, che molti definirebbero “old school”. Il loro ultimo album è Carpe Diem ed è uscito nel 2022, e bisogna dire il momento del festival l’hanno colto, eccome. 

Tra i tantissimi, ci sono poi stati i mitici Judas Priest, ospiti della penultima serata, che hanno portato uno dei più variegati e stupefacenti spettacoli del festival.
La loro esibizione si è aperto con il proprio simbolo a grandezza gigantesca, sceso come un sipario dall’alto del palcoscenico. Quella sorta di tridente sembra avere la valenza di qualche rito esoterico, e fa strano pensare che il nome della band derivi  da un brano originale di Bob Dylan, “The Ballad of Frankie Lee and Judas Priest”. 
Tra le varie follie compiute nei decenni sul palco da Rob Halford, leader del gruppo, si annovera quella di aver usato una mitragliatrice caricata a salve puntandola verso il pubblico.

L’origine dell’Heavy Metal per come lo intendiamo ai giorni nostri, è da rifarsi ai primi anni ’80. La denominazione di questo genere compare per la prima volta nel testo della canzone degli Steppenwolf, “Born to be wild” (“heavy metal thunder”). I sottogeneri nati successivamente ricoprono una lunga lista, con commistioni tra le più curiose come il funk metal. 

I Kreator, la formazione tedesca capitanata da Mille Petrozza, è un misto di energia e puro spettacolo. Animati da un palco abbastanza addobato di maschere e statue, hanno decisamente sfondato il muro del suono.

Gli americani Mastodon hanno preceduto l’ultima band in chiusura del festival. Il loro stile eterogeneo è aperto a moltitudini possibilitá sonore e sperimentazioni. Tra l’altro vantano anche la partecipazione nella serie tv Game of Thrones (nei Bruti, ovviamente!).

Gli Headliner a chiusura del festival sono stati i “Megadeth”, anche se si sono fatti attendere sul palco, ma per poi farsi perdonare con una tempesta di energia e migliaia di kilowatt sparati sul pubblico.

Uno dei brani più particolari della band proveniente dalla California è “Sweating Bullets”. Pur nella sua carica metala l 100%, ha qualche risvolto quasi grunge.

Dave Mustaine porta sempre i suoi virtuosismi e la sua voce graffiante. D’altronde la band fa parte dei Big Four, i quattro mega pilastri del trash metal, ovvero: Slayer, Metallica, Megadeth e Anthrax.

La new entry è il bassista James LoMenzo, in realtá giá facente parte del gruppo per alcuni anni, che ha sostituito definitivamente Dave Ellefson, allontanatosi per via di problemi legali. 

Ad un tratto dell’esibizione, è salito sul palco un personaggio inaspettato, la mascotte del gruppo Vic Rattlehead (testa a sonaglio). Una metafora vivente sulle antitesi del mondo, una volta vestito da scienziato, un’altra con la divisa militare. 

I loro testi si sono sempre riconosciuti per il tono di protesta sociale , intuibile ad esempio dall’album The system has failed del 2004 o dal successivo United Abominations.
Punto lodevole a favore del pirotecnico Mustaine, gli fu assegnato un premio dedicato alla sensibilizzazione pubblica sugli animali , per la canzone “Countdown to Extincition”, tanto di capello per il capelluto Dave.

Non era proprio scontato che gli spettatori conoscessero i brani o le band proposte, ma comunque erano tutti interessati e uniti per la musica. D’altronde l’edizione per il 2023 è stata già confermata!

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