L’evento si è svolto presso il prestigioso Teatro Nazionale di Corea a Seoul, davanti a un pubblico di quasi mille persone. Con le sue due braccia e un’altezza di 1,8 metri, EveR 6 ha stupito gli spettatori e i musicisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale, che hanno eseguito 5 brani con strumenti tradizionali coreani, 3 dei quali diretti proprio dal robot.
L’androide ha dimostrato una notevole precisione di movimento, come ha dichiarato lo stesso direttore d’orchestra (umano) Choi Soo-yeoul, che ha avuto anche l’opportunità di dirigere insieme a EveR 6.
Il pubblico, colpito dalle abilità del robot, gli ha tributato una standing ovation calorosa, a cui EveR 6 ha risposto con un elegante inchino.
I robot ci sostituiranno?
Ogni volta che si parla di robot la domanda è sempre la stessa, ma lo è anche la risposta. In molti campi industriali, ci hanno già sostituito, inutile negarlo. E certo non smetteranno di farlo in futuro.
Per quanto riguarda gli ambienti dell’arte come la musica, ci sono ancora dei limiti importanti.
Sebbene, infatti, EveR 6 abbia condotto molto bene l’orchestra in questa occasione, opportunamente programmato e, siamo abbastanza sicuri, con svariate prove prima dell’esibizione ufficiale (ma del resto questo lo facciamo anche noi umani), questo non è in grado di ascoltare o analizzare la musica, non può percepire gli errori dei musicisti, non può modificare il ritmo o la velocità dell’esecuzione secondo il proprio istinto.
Questo difetto è in realtà il riflesso di quello che gli sviluppatori, in ogni campo non solo musicale, stanno cercando da tempo e che ha alimentato buona parte delle opere di fantascienza: la capacità di corregere gesti e comportamenti non programmati, dotare il robot della possibilità di accorgersi in maniera maggiormente cosciente di ciò che succede nel corso delle sue funzioni.
In questo caso, insomma, donargli una sorta di sesto senso musicale.
Quindi, la risposta è no. I robot possono sostituire tecnicamente i musicisti, ma non possono avere quella “individualità” che è propria solo di noi umani e che distingue chi fischietta sotto la doccia, chi suona uno strumento mediamente bene e i grandi geni della musica di ogni tempo.
Sviluppo ed etica dei robot
La ricerca nel campo della robotica sta comunque facendo passi da gigante, aprendo nuove possibilità e sfide affascinanti. Gli androidi come EveR 6 stanno diventando sempre più sofisticati e capaci di interagire con gli esseri umani in modi innovativi.
L’integrazione di avanzati algoritmi di analisi musicale e sensori capaci di rilevare il suono e le variazioni ritmiche sono già in fase di studio. L’obiettivo finale è quello di sviluppare robot capaci di comprendere e interpretare le sfumature espressive della musica, aprendo la strada a collaborazioni artistiche sempre più sorprendenti tra umani e macchine.
Oltre alla comprensione della musica, gli sviluppatori devono affrontare problemi come l’interazione sociale e l’etica dell’uso dei robot. La progettazione di macchine in grado di comunicare e interagire in modo empatico con gli esseri umani richiede una comprensione approfondita delle dinamiche sociali e cognitive.
Inoltre, è fondamentale considerare le implicazioni etiche e legali dell’impiego dei robot in diversi contesti, garantendo la sicurezza e la protezione delle persone coinvolte (Asimov docet, NdR).
Nonostante queste sfide, l’entusiasmo e l’interesse per la robotica continuano a crescere. Le innovazioni e le scoperte in questo campo hanno il potenziale per trasformare radicalmente la società e portare benefici in molte aree.
Non si deve sempre pensare in negativo o avere a priori una sorta di “robotfobia”, ci sono campi in cui l’ausilio di androidi più efficienti potrebbe dare risultati incredibili, basti pensare all’esplorazione dello spazio.
Pur tuttavia, per quanto il mondo corra veloce, saranno le generazioni dopo le nostre probabilmente a doversi porre la maggior parte di queste domande.
Noi, intanto, osserviamo le prime scintille del big bang…
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