L’ascolto dei dischi in vinile richiede un’attenzione a dir poco minuziosa su ogni particolare, tanto da scoraggiare dopo qualche mese chi aveva pensato di tuffarsi in un mondo retrò col massimo della facilità.
In realtà, è proprio l’opposto del “facile” e ci sono errori in cui molti inciampano, non conoscendo alcune delle regole di base che invece erano fondamentali una volta per ascoltare quotidianamente la musica (un po’ come in ogni campo, una volta chi prendeva la patente conosceva come funzionava un motore, oggi invece alcuni fanno fatica a trovare il tappo dell’olio…).
Dando per scontato che il vostro giradischi sia stato oggetto di un doveroso e attento setup (questo sarebbe il primo in assoluto tra gli errori comuni, troppo lungo però da spiegare in questa sede, trovate moltissime guide con una semplice ricerca di google, ma occhio ai maldestri di cui il web è pieno!) veniamo ad alcuni errori piuttosto comuni, senza scendere troppo nel dettaglio tecnico.
Insomma, cosa NON dovete fare MAI fare.
p.s. ne isoliamo 5, in realtà ce ne sarebbero a decine, ma iniziamo dal facile…
Il giradischi lo metto dove è più bello?
Sembra facile no? Eh no, perché il giradischi non è un bel soprammobile, bensì un delicato dispositivo a funzionamento meccanico. La puntina si muove tra i solchi e produce il suono, se avvicinate ad essa l’orecchio potete sentire la musica a livelli di volume infinitesimali provenire già direttamente da lì.
Cosa significa? Che ogni tipo di vibrazione interferirà con il movimento della puntina che si muove in frazioni di millimetro. Soprattutto se le vibrazioni sono causate dalla vicinanza ai nostri diffusori, pensate in particolare alle basse frequenze.
La vibrazione passerà dal supporto (mobile o altro) al corpo (plinto) del giradischi, dal giradischi al piatto, dal piatto alla testina, dalla testina alla… musica!
Con conseguente perdita di messa a fuoco del messaggio sonoro, fino addirittura a vere e proprie distorsioni.
Soluzioni: mensola a muro (su un muro al riparo da vibrazioni esterne, se vivete a ridosso di una strada trafficata non piazzate il giradischi proprio su quella parete), mobili Hi Fi appositi (hanno dei costi, ma anche dei risultati tangibili) oppure supporti antivibranti che possono essere sia delle basi che dei piedini appositamente progettati (attenzione al DIY, la propagazione delle vibrazioni è una materia per cui non basta a volte una “cosa pesante sotto”, anzi, a volte è anche deleteria…).
E mi raccomando che il tutto sia perfettamente in piano (“in bolla”), controllate sempre con una livella in tutte le direzioni, anche questo è a dir poco fondamentale per consentire un buon tracciamento della testina nei solchi.
L’utile/inutile parapolvere
Si chiama parapolvere, in sostanza, parliamo del coperchio del giradischi (di solito in plexiglass). A cosa serve? A non far impolverare il giradischi quando è spento. Ma, diamine, quando lo usate, toglietelo!
Il coperchio chiuso (ma anche aperto e ancora attaccato al giradischi) capta vibrazioni e crea risonanze al suo interno, il tutto sporca la riproduzione sonora.
Chiaramente a volumi bassi potreste non accorgervene, ma giù a volumi medi può diventare un problema. Se il 99,99% dei giradischi (tranne forse quelli da mercatone) hanno il coperchio che si può sfilare e togliere, è proprio perché il progettista si augura che lo facciate.
Passiamo poi ai diffusori: se le griglie anteriori si posso togliere, allora fatelo quando ascoltate. Anche quelle sono semplicemente dei parapolvere.
Fanno eccezzione solo alcuni particolari diffusori che sono stati progettati e misurati con le griglie montate (ad esempio le inglesi Harbeth), in quel caso le griglie fanno parte del progetto sonoro e può avere senso lasciarle, in particolare se si ascolta con i diffusori puntati dritti verso le nostre orecchie.
Ma sono casi rari, il più delle volte vedrete che le griglie si possono facilmente togliere e rimettere, o tramite agganci o con clip magnetiche, anche in questo caso quindi il progettista vi sta suggerendo di metterle da parte durante l’ascolto.
Facciamo solo un’eccezione nel caso i vostri diffusori siano particolarmente brillanti sulle frequenze alte tanto da diventare a volte fastidiosi, allora la griglia potrebbe attenuare giusto un pelo questo effetto. Ma detto tra noi, forse bisognerebbe ripensare alla scelta dei diffusori o al connubio con un’amplificazione meno aggressiva…
Metri e metri di cavi?
I cavi contano, mettiamocelo in testa, al di là di quello che dicono in giro alcuni scienziati dell’ultim’ora. Bastano poche prove per sfatare qualsiasi noiosissima discussione teorica. Non fidatevi di nessuno, provate con le vostre orecchie!
Certo, esiste poi un mondo Hi Fi che si approfitta molto di questo settore con prezzi discutibili, ma le differenze esistono (e non è detto che siano sempre a favore dei cavi più costosi, è una questione di sinergia con il resto del setup).
Detto questo, quindi, mettete in conto due soldini in più per dei cablaggi ben ponderati (fate delle prove, i negozi di solito ve lo consentono), senza eccedere ovviamente mettendo cavi troppo costosti rispetto alle elettroniche e diffusori cui si collegano, avrebbe poco senso.
Ricordatevi che nessun cavo può “migliorare” il segnale audio alla fonte, un cavo migliore è quello che si avvicina maggiormente a un trasporto neutro (impossibile al 100%, un po’ come il vuoto assoluto) senza colli di bottiglia causati dal suo “filtraggio”.
In ogni caso, veniamo al problema comune. Prima di tutto smettete di ingarbugliare i cavi dietro i mobili, separateli e cercate di distanziare alimentazioni e segnali. Poi, tagliateli precisi!
Cercate di avere cavi di uguale lunghezza. Chiaro, non sarà qualche decina di cm di differenza a creare un problema, in generale fino al 30/40% di differenza non si dovrebbero udire particolari scompensi.
Se però iniziamo a parlare di differenze maggiori, beh lì iniziano a generarsi problemi piuttosto evidenti, soprattutto se avete un impianto Hi Fi di livello medio-alto (verso il basso invece certe finezze si attenuano, ma questo non è da intendersi come un bene ovviamente).
Comunque sia, cercate di disporre il vostro impianto in modo da poter usare cavi della stessa lunghezza, è sempre meglio.
Questo per i cavi di potenza. Per i cavi di segnale, ancora più fondamentale: sempre esattamente uguali!
E se il giradischi non arriva all’amplificatore?
Sperando fortemente che vi siate avvicinati al mondo del vinile non sfruttando l’amplificatore per home theater che già avevate in casa o peggio… una volta muniti di un amplificatore Hi Fi decente (non ci vogliono i milioni di euro, state tranquilli) e un buon ingresso phono (integrato o, meglio, con pre phono esterno), dovrete collegare i 2 apparecchi.
Ma il giradischi sta su una mensola in alto e l’amp sotto il televisore o altro. Come faccio? Risposta comune: compro una prolunga per i cavi che escono dal giradischi.
Non fatelo!!!
Allungare i cavi di segnale che escono dal giradischi porterà a perdere molta qualità audio, non pensate che sia come mettere una prolunga a qualsiasi altro aggeggio elettronico. Potreste casomai allungare un po’ i cavi che escono dal pre phono esterno (se lo avete) e vanno verso l’amplificatore, ma sto parlando di piccole aggiunte, non metri e metri. Ma lasciate stare i cavi del giradischi.
Mettetevi l’anima in pace, giradischi e ampli sono fratelli inseparabili e amano stare vicini. Adattate il posizionamento affinché lo restino.
Colonne di dischi alte come obelischi egizi…
Dovrebbe essere chiaro, ma a quanto pare non lo è mai. I dischi si conservano messi in fila orizzontale, uno accanto all’altro, possibilmente nelle loro buste di plastica antipolvere. Smettete di creare pile di dischi sugli scaffali! Con il peso i dischi sottostanti tenderanno a deformarsi e vi ritroverete con ottovolanti per la testina del giradischi.
Non c’è granché altro da dire, non fatelo e basta. Soluzione: IKEA, linea Kallax (non è un messaggio promozionale, è il mobile più usato perché ha le misure perfette e costi bassi, però montatelo bene e agganciatelo al muro!).
Igiene vuol dire salute
Sono oggetti, incisi. Nel tempo, la polvere si annida sia in superficie che nei solchi. Lavateli! Spesso anche i nuovi di pacca devono essere lavati perché caricati elettrostaticamente e con dei residui di lavorazione superficiali.
Come? Certo non sotto l’acqua col sapone e strofinando con le dita come si vede in molti disastrati video su YouTube. Poi fate come vi pare, in fondo c’è chi mangia la pizza con l’ananas…
I saponi per i piatti tanto consigliati contengono spesso additivi (anche solo per profumare), che possono rimanere sul vinile. In più, se vivete attingendo l’acqua da un iceberg puro al 99,999% ok, ma normalmente l’acqua del rubinetto è calcarea, il calcare è sabbia, traete le vostre conclusioni…
Quindi? L’alternativa più economica è la Knosti Vinyl Cleaner, che è ok se avete una collezione fino a un centinaio di vinili o un po’ di più. Poi diventa noiosa e lenta. In più, la vera pulizia si mette in atto quando portate via lo sporco dopo il “bagnetto” nel liquido apposito (che potete anche realizzare in casa e spendere molto meno che comprarlo), cioé in fase di asciugatura.
In questo senso, le macchine ad aspirazione (Vacuum Cleaner) danno risultati ben superiori (il massimo lo fanno le macchine a ultrasuoni, ma di solito costano parecchio). Il loro costo è oramai sotto le 400 euro, che non è comunque poco e infatti sono consigliabili quando le nostre collezioni si descrivono con la parola “centinaia” e soprattutto se si acquistano vecchie stampe nei mercatini.
Ci sono poi alcuni negozi di dischi che offrono il lavaggio a pagamento con macchine professionali.
Infine, sempre alla mano spazzola antistatica e spazzolina pulisci puntina da passare con grande attenzione e dal verso giusto (trovate le istruzioni sulla confezione).
Non torturate la testina su vinili sudici e/o con una pallozza di polvere sulla punta dello stilo. Un po’ perché rovina la riproduzione della musica in quello stesso momento, ma anche perché lo sporco prima o poi tenderà a incrostarsi sullo stilo della testina e addio bei suoni…
Capisco il fascino vintage che alcuni hanno in mente col vinile che “scricchiola”. Ma un buon disco in vinile, non scricchiola.
Ce ne sarebbe ancora da dire, ma per ora vi bastino queste 5 regole per evitare almeno di mettervi i bastoni tra le ruote da soli, buoni ascolti!
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