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Diciamo addio a Google Play Music entro fine 2020

A fine anno diremo addio al servizio di musica in streaming Google Play Music, che verrà definitivamente inglobato nel già esistente YouTube Music.

I responsabili della piattaforma hanno fornito in questi giorni maggiori dettagli sull’iter di chiusura e migrazione verso YouTube, il tutto a quanto pare “entro la fine del 2020“.
In realtà già nel 2018 si era iniziato a vociferare che Google Play Music sarebbe confluito verso l’allora neonato servizio musicale offerto da YouTube, ma solo oggi arriva la conferma che verrà staccata la spina, prima in alcuni Paesi quali Nuova Zelanda e Sudafrica e poi in tutto il resto del mondo. 

Se quindi siete tra coloro che finora hanno utiizzato questa piattaforma per ascoltare musica, sappiate che presto non sarete più in grado di utilizzare l’app e dovrete rivolgervi a YouTube Music o a un altro servizio.
Ovviamente è prevista la possibilità di passare direttamente da Play a YouTube, con il conseguente trasferimento dei dati, sia per quanto riguarda le playlist che gli acquisti effettuati. Gli utenti saranno avvisati prima della cancellazione delle proprie librerie, in modo di dar loro tempo per decidere.

Seppure si parli sempre di un servizio importante con milioni di abbonati, Google Play e YouTube Music nella classifica globale si collocano ancora dietro altri servizi più diffusi, prima di tutto Spotify che detiene saldamente la maggior percentuale del mercato, seguito da Apple Music Amazon Music.

Attualmente YouTube Music offre varie tipologie di sottoscrizione, fondamentalmente variano tra l’uso gratuito con annunci pubblicitari e svariate funzionalità non disponibili, e quello pagamento senza annunci (Premium a 9.99 euro al mese) e con lo sblocco di varie feature di ricerca, navigazione e archiviazione (compreso l’oramai anacronistico vantaggio di poter ascoltare la musica con lo schermo del telefono bloccato e/o l’app in background… suvvia YouTube, siamo nel 2020!!).

Sicuramente l’idea di riunire il tutto sotto il cappello di YouTube darà modo di riguadagnare terreno verso i competitor, anche se il distacco, almeno per ora, è ben lungi dall’essere colmato.

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