Fred Mergenthaler, il proprietario del locale, ha concesso a Louis Glass (presidente della Pacific Phonograph Company) e al suo socio Willam Arnold di fare una dimostrazione pubblica della loro nuova creatura.
Si tratta di un fonografo Edison classe M installato all’interno di un mobile di legno di quercia. Inserendo una moneta da 5 cent, il cliente può selezionare una canzone a sua scelta di quelle contenute in quella macchina delle meraviglie. L’audio è ancora da perfezionare: si sente poco e male, ma l’invenzione è assolutamente rivoluzionaria.
Mergenthaler non ha dubbi e la acquista all’istante entrando diritto nella storia: quello del Palais Royal di San Francisco è, infatti, il primo juke-box ad operare in luogo pubblico. E, solo nei primi sei mesi di servizio, il “magic box” di Sutter Street incassa più di 1000 dollari.
Da quel momento, Glass e Arnold moltiplicano in modo esponenziale il loro volume di affari anche se, solo nella seconda metà degli anni 40 (con i magnifici modelli della Wurlitzer con coloratissime luci al neon e il classico mobilone di legno) il juke-box diventa un oggetto familiare per gli appassionati di musica in America.
Associato agli “Happy Days” del rock ‘n’ roll, il juke-box esplode con l’avvento del 45 giri diventando una moda, anche in Italia, negli anni ’60.
Oggi, è diventato oggetto di culto per collezionisti e amanti del modernariato che, per i modelli come il Wurlitzer 1015 (proprio quello immortalato nei telefilm di Fonzie) sono pronti a sganciare fino a 30.000 euro.
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