Gli A Perfect Circle sono una di quelle band che, di solito, mettono d’accordo tutti. Non solo perché si tratta di artisti in grado di produrre grande musica e non solo perchè nella band c’è “un certo” Maynard James Keenan, ovvero il frontman degli altrettanto mitici Tool, ma perchè la musica e lo stile degli APC sono in grado di fare ciò che spesso è arduo, essere allo stesso tempo orecchiabili e godibili al primo ascolto, senza però arrivare a questo con composizioni “piacione” e prevedibili.
Sicuramente ciò che esce dalle corde vocali di Keenan ha uno stile ben preciso, si può dire che il cantante porti con sé un vero e proprio filone musicale che si è cucito addosso. Pur tuttavia, gli APC godono a pari livello delle ottime doti di composizione musicale del chitarrista Billy Howerdel, il vero deus ex machina dietro questo progetto.
In questa puntata parliamo del loro secondo disco, ovvero Thirteenth Step del 2003, sicuramente una delle loro migliori opere e a mio parere uno degli album più interessanti usciti in un periodo in cui non si capiva bene quale fosse l’identità del rock del nuovo millennio, appena uscito dai vecchi stili degli anni ’90 e un po’ troppo soffocato dalle produzioni stereotipate del cosiddetto “nu metal”.
Con il “13 passo” ci si riferiva solitamente a quando, dopo aver vissuto una vita di sobrietà utilizzando i “12 step”, l’alcolista portava il 13° passo fino alla tomba, un’eterna vita di sobrietà per così dire…
Tuttavia, nell’interpretazione più moderna del 13° passo, esso si riferisce al momento in cui un individuo già affermato all’interno della comunità diventa “predatore” sui nuovi arrivati nel gruppo. Questo può avvenire in vari modi, anche con dannose relazioni sentimentali e/o sessuali (anche questo rapporto corrosivo al pari della dipendenza può essere un’interpretazione della copertina).
Nonostante sia nato come progetto “parallelo”, soprattutto per Keenan, e sia sopravvissuto a un primo scioglimento della formazione nel 2004, ancora oggi gli APC fanno parlare (bene) di sé e fanno suonare la campana di quel rock scritto e interpretato ponendo l’asticella della qualità molto molto in alto.
Vi lascio al video e mi raccomando, aspetto i vostri commenti!
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