Esperanza Spalding è stata un primo violino a 15 anni, ha vinto un Grammy, suona il contrabbasso e basso elettrico in maniera raffinatissima, ha una voce splendida, si diletta (eufemismo) anche con pianoforte, clarinetto, oboe… e ha solo 34 anni!
Quando si dice che la musica può salvare una vita e darti la felicità: è il caso di Esperanza, che sin dalla tenera età di 5 anni ha iniziato a giocare con le note e i pentagrammi.
Ad oggi, la bella musicista statunitense è una delle stelle del Jazz moderno. E cosa fai quando hai una carriera oramai lastricata d’oro in un preciso genere?
Beh, o ti chiudi nel tuo cantuccio, continui sui tuoi passi e assecondi ciò che vuole la gente o… te ne freghi e fai quello che vuoi, rompendo i cliché e qualsiasi immagine si siano oramai fatta di te.
Ci vuole fegato, ma i grandi musicisti son così. E spesso si attirano un bel po’ di critiche, perché vanno a rompere le certezze di critici e ascoltatori, che si sa, spesso non amano che qualcuno gli sposti le proprie “ancorine“.
La Spalding non solo le ha spostate, ma ha provocato un vero e proprio tsunami, sommergendole, con questo Emily’s D+Evolution.
E così, come già fecero in tanti prima di lei (c’è un certo “Ziggy” che addirittura morì sul palco….), Esperanza veste i panni della sua alter ego e dipinge la sua musica di rock, prog, soul, pop, funk, ecc. ma col legante del jazz che chi sa ascoltare potrà senz’altro cogliere.
Così ci regala un disco inaspettato e spiazzante.
C’è buona musica oggi? In barba ai nostalgici a senso unico: si! Ed è buona proprio quando ti sorprende e demolisce le tue aspettative, facendoti usare il cervello e non solo le orecchie.
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