Tra i quasi 40 album di Bob Dylan non si può davvero sceglierne uno solo. Infatti, non lo faremo. Non scegliamo un album, ma il racconto di un pezzo di vita e di carriera del sommo artista americano.
Esattamente il periodo a metà degli anni ’70, in cui tante stelle del decennio precedente stavano tramontando, agonizzanti come pesci fuor d’acqua in un mercato discografico che voleva sempre più repentini cambiamenti.
Erano gli anni della Columbia/CBS, etichetta per la quale venne pubblicato questo Desire, anni d’oro se non fosse che se l’era appena passata male a causa di alcuni scandali nei quali ci rimise le penne, peraltro ingiustamente, proprio uno dei suoi massimi digirenti (e massimi della storia della musica), Clive Davis, che avrà modo di rifarsi ampiamente creando la Arista Records.
In questo periodo di grandi cambiamenti, uno non da poco lo fa anche lo stesso Bob, pitturandosi il viso di bianco, indossando un costume di scena, chiamando intorno a sé tantissimi musicisti e pensatori (Joan Baez, Roger McGuinn, Allen Ginsberg, ecc…) e creando così il cosiddetto Rolling Thunder Revue, uno show itinerante per il quale la parola “vaudeville” casca davvero a pennello.
A metà strada tra genialità e caos, il tour del 1975/76 partorisce anche questo Desire, un disco in studio anch’esso travagliato ma il cui risultato finale è davvero di inestimabile valore.
Cercherò di parlarvene in questo video, che non può essere esaustivo, ma che può darvi la spinta ad approfondire la storia di questa fase di vita di Dylan così piena di colori a tinte forti.
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