Si può unire un’intera orchestra, i racconti da incubo di Edgar Allan Poe, la voce di Orson Wells e il fonico di The Dark Side of the Moon in un solo disco? Certo, è il debutto di The Alan Parsons Project!
Ebbene si, quando Alan Parsons decide di fare una cosa, la fa davvero seriamente. Così, il giovane Alan sentiva che era tempo di entrare in studio non più per registrare i grandi dischi degli altri, ma per produrre la musica che lui stesso aveva in mente.
Ingredienti? Progressive rock, temi da concept album, stupendi assoli di chitarra, voci registrare magistralmente su melodie dolcissime, un’orchestra con tutta la sua dinamica a disposizione, un vocoder e la più alta qualità audio possibile.
Da qui e dai racconti di Edgar Allan Poe nasce Tales of Mystery and Imagination – Edgar Allan Poe.
“I musicisti che suonano in questo album rendono merito alla parola “innumerevoli”. Tra loro ci sono punte di diamante come Arthur Brown (autore di The Crazy World of Arthur Brown, una pietra miliare della psichedelia), John Miles (compositore e polistrumentista), Francis Monkman (tastierista dei Curved Air e compositore di colonne sonore) e via via molti altri, sotto la direzione orchestrale di Andrew Powell, che arriva da esperienze con la London Symphony Orchestra e l’orchestra della BBC. Qui Powell è in veste di compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra.
Al fianco di Alan Parsons c’è Eric Woolfson, un vero tuttofare nella musica che nella sua carriera può contare 50 milioni di dischi venduti nel mondo. Autore musicale ma non solo su disco, attivissimo anche nel mondo teatrale e premiato svariate volte per il suo lavoro con i musical. Insomma, i due formano una coppia in grado di fare scintille e, infatti, alle promesse seguono i fatti, regalando al mondo uno dei 100 album prog che dovrebbero essere in qualsiasi collezione di dischi.
E fortunatamente qui nessun corvo disse “Mai più“, perché questo album non è stato che il primo di tanti grandi successi, tra i quali spiccano tra i più noti I Robot, The Turn of a Friendly Card, Eye in the Sky ecc…
Mettetevi comodi, alzate il volume e spegnete il cellulare. Buon ascolto!
p.s. devo fare un piccolo errata corrige sul video, il disco è del 1976, non del ’77 (anno dell’altrettanto splendido I Robot)
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