Parlare di Sun Ra non è facile, e non lo farò certo in poche righe, e neanche mi è così semplice parlare di questo album del 1973, Space is the Place, senza fare riferimento al suo modo di interpretare non solo la musica, ma anche la vita.
Difatti, l’album va a braccetto con un lungometraggio video omonimo realizzato l’anno prima (e divulgato il successivo al disco, nel ’74) che è una sorta di opera celebrativa dell’Afrofuturismo… ecco con questo termine già vi ho spiazzato vero?
Si tratta di una corrente culturale prettamente afroamericana degli anni ’70 abbracciata da molti artisti, ovviamente legata alla lotta per i diritti civili ma decisamente con lo sguardo proiettato al futuro neanche troppo immediato. Fantascienza, misticismo, antiche religioni, tutto si fonde per estraniarsi dalla classica, e piccola, visione di un mondo diviso in “razze” (ci piacerebbe dire “etnie”, ma in quegli anni purtroppo non si era così morbidi con le parole…) e prendere coscienza di una grandezza superiore.
Ecco il motivo quindi del riferirsi a mondi e pianeti lontani, a provenienze aliene e quant’altro, con il servo, lo schiavo, equiparato a un robot degno dei racconti di Asimov.
Ma sto divagando, approfondirete da soli ne sono sicuro…
Sun Ra è quindi l’esponente musicale più importante di questa corrente e musicando il film, crea anche uno dei suoi album più belli e affascinanti di sempre.
Come premetto nel video, non sarà un ascolto facile. E al suo scorrere, gli ascoltatori si divideranno sempre in chi cerca di capire e chi sghignazza, purtroppo, facendo di tutto un calderone e mettendo più o meno ovunque le parole “contemporanea” o “avanguardia” senza però averne una coscienza reale…
È indubbio che bisogna arrivare da buoni e numerosi ascolti. Prima di tutto una buona conoscenza del jazz e poi del free jazz. Però, una buona notizia: Sun Ra non si è mai scordato delle radici della musica nera, di quel groove, di quel “sangue” che scorre nelle note. E secondo me in questo disco, in particolare nella title track, si ritrova a piene mani.
Nel video vi racconto della mia recente esperienza live con il sassofonista 93enne Marshall Allen alla guida della “Arkestra”, ma non posso non ricordare anche l’altro sassofonista storico, John Gilmore, leader dell’ensemble dopo la morte di Sun Ra fino alla sua stessa scomparsa del 1995.
Questo è uno degli album per i quali sono più curioso della vostra opinione, quindi lasciate un commento sotto al video. Non subito magari, vi ci vorrà un po’ per entrare dentro a un ascolto di questo tipo.
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