Se vi dovessero mai chiedere “che cos’è l’adrenalina”, mostrate una foto di Rick Nielsen e fate sentire questo album.
Negli anni ’70 di album live di rock e hard rock di ottima caratura ne abbiamo a bizzeffe, uno dei quali è sicuramente questo At Budokan dei mitici Cheap Trick (nella mia versione dell’LP, che è di stampa inglese, hanno aggiunto un At “The” Budokan, NdR), 10 canzoni di pura energia su uno dei palchi più famosi della storia della musica.
I Cheap Trick sono una creatura di Rick Nielsen, un chitarrista che neanche legato e narcotizzato riuscirebbe a smettere di agitarsi. Fa parte di quel tipo di live performer à la Townshend, Young e altri chitarristi che hanno sempre unito la propria bravura a un istinto quasi “aminalesco” una volta saliti on stage.
Nielsen è stato peraltro, e certo non a caso, uno dei musicisti selezionati da Dave Grohl come ospiti del progetto discografico/televisivo Sonic Highways dei Foo Fighters, è sua infatti la chitarra baritona che ascoltate nel singolo apripista dell’album “Something from Nothing“.
I Cheap Trick si formano nella prima metà degli anni ’70 nell’Illinois, nella cittadina di Rockford per la precisione, a nord-ovest di Chicago, la patria del blues elettrico.
Nielsen veniva dall’esperienza dei Fuse, che avevano pubblicato anche un disco alla fine degli anni ’60, ma con ben poco riscontro. Così, insieme a Tom Petersson (basso), anch’egli ex-Fuse, Bun E. Carlos (batteria) e Robin Zander (voce) nasce la band destinata a scalare le classifiche.
Cosa che non avverrà immediatamente, la scalata inizia con il loro secondo album In Color – disco di platino e inserito dalla rivista Rolling Stone tra i 500 migliori album di sempre – e ancora di più con quello che senza ombra di dubbio è il loro disco più famoso, Heaven Tonight (1978) e il celebre singolo “Surrender“, che verrà passato per anni da praticamente ogni radio sul pianeta terra.
Sfrecciando sulla cresta di quest’onda arriva il primo album live, At Budokan, che apre con lo “schiaffo in faccia” di “Hello There” (brano da meno di due minuti il cui finale di chitarra sarebbe da mandare in loop ad libitum) e prosegue con quella classica energia del rock che fa sorridere e zompettare per tutta casa suonando l’air guitar a ogni riff.
Una precisazione: nel video dico che il disco è del 1979, in realtà è la data della pubblicazione negli Stati Uniti, per dovere di cronaca in Giappone era già uscito in anteprima a ottobre del ’78.
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