Oggi ho il piacere di potermi occupare del nuovo disco solista di Adriano Viterbini, probabilmente questo nome è noto a molti grazie al progetto Bud Spencer Blues Explosion, in ogni caso Viterbini si trova, con questo lavoro, alla seconda produzione solista, dal titolo Film O Sound, oggetto della nostra analisi; prima di entrare nel vivo vorrei riportare l’interessante aneddoto che ha dato il nome al disco.
Il Film O Sound era un proiettore, creato intorno agli anni ’40, molto utilizzato nelle aule universitarie grazie alla sua capacità riprodurre anche l’audio per mezzo di un cono da 8 pollici. Lo chassis di tale strumento comprendeva anche un’alimentazione valvolare, che lo rende dunque un ottimo oggetto di sperimentazione per chitarristi. In questo modo Viterbini, grazie alla sua instancabile voglia di ricerca sonora, è riuscito a sfruttarlo per l’incisione di questo disco, ottenendo, tra l’altro un sound di chitarra davvero pregevole.
Arrivando dunque al disco, alla sua essenza, posso dire che colpisce sin dalla prima nota. Il sound generale è davvero molto ben curato, equilibrato ma anche potente e delineato quando serve. I suoni che mi hanno colpito più di tutti sono stati quelli della chitarra acustica, incisa in modo da rispettare tutto il calore e il suono reale dello strumento al punto che sembra riuscire a catturarne l’anima. Ma per questo il merito va senz’altro dato anche alle mani di Viterbini.
Ascoltare il disco nella sua interezza significa viaggiare un con la mente attraverso storie ed ambientazioni sparse per il mondo, prontamente suggerite e richiamate dai ogni brano che scorre. Addentriamoci ora nella track-list.
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Tubi innocenti (Adriano Viterbini)
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Malaika (Fadhili William Mdawida )
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Bring it on home (Sam Cooke)
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Tunga Magni (Boubacar Traore’)
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Sleepwalk (Santo & Johnny)
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Nemi (Adriano Viterbini)
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Solo Perle (Adriano Viterbini)
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Welcome Ada (Adriano Viterbini)
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Mondo slack key (Adriano Viterbini)
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Bakelite (Adriano Viterbini)
- Five hundred miles (Hedy West)
Apriamo con “Tubi Innocenti”, un brano di certo impatto e con un chiaro gusto per la musica africana che vede come ospite Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), inoltre non poteva mancare un fantastico solo di slide guitar. Segue poi “Malaika”, incisa con Ramon Carballo e Stefano Tavernese, brano che nell’immaginario del viaggio prima descritto ci porta direttamente in Kenya, essendo la rivisitazione appunto di questo struggente canto d’amore keniota.
Andiamo avanti con la rivisitazione di “Bring It On Home” che vede la partecipazione di Alberto Ferrari alla voce, il tutto per un’alchimia soul da brivido.
Proseguiamo con un altro paio di riletture, “Tunga Magni” e “Sleepwalk” incise con Enzo Pietropaoli e Ramon Caraballo. La prima è un inno alla musica africana, la seconda è la classica “Sleepwalk” vista dal caleidoscopio della psichedelia. “Nemi” è la dimostrazione del fatto che Viterbini sia un ottimo compositore oltre che ottimo chitarrista: in questo brano esce fuori il vero suono della sua acustica.
“Solo Perle” fa volare dall’India al Messico, un brano in pieno stile slide blues. “Welcome Ada” vede la partecipazione di Bombino e Stefano Tavernese in un brano molto istintivo, una jam rilassata e ben suonata. Si va poi alle Huawai con “Mondo Slack Key”, melanconica ma molto ispirata a quel tipo di sonorità. “Bakelite”, con Stefano Tavernese, torna al blues puro, diretto e con l’aggiunta di un fantastico violino stridente. Si va in chiusura con “Five Hundred Miles”, in una sua rivisitazione melanconica e passionale.
Insomma, ribadisco ancora una volta la preziosità di questo lavoro, assolutamente da ascoltare. In ogni caso Viterbini stesso è stato in grado di definire il suo disco nel modo migliore, affermando di averlo inciso con la voglia di creare il prodotto che avrebbe voluto acquistare ed ascoltare lui stesso, composto di motivi ri-arrangiati e musiche originali, leggero e fruibile.
Carlo Romano Grillandini
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