“Premi play e basta…” si intitola l’ultimo atteso lavoro degli Aerosmith e già ad un primo frettoloso ascolto bisogna dire che non si può non dargli ragione. Il gruppo, definito da molti come l’unico in grado di riscattare l’eredità dei Rolling Stones (sebbene i suddetti siano ben lungi dal voler andarsene in pensione prematuramente), è riuscito infatti a sfornare un lavoro fresco, divertente, accattivante, ma l’aggettivo più appropriato è sicuramente quello che ci si aspetta da loro: rock!E infatti è rock puro nel più classico stile Aerosmith quello che ci aspetta quando inseriamo il CD nel lettore. Già dalla prima canzone, Beyond Beautiful, veniamo investiti da un discreto “muro di suono” e il pezzo scorre via piacevolmente tra l’intro dal sapore mediorientale (citando la Nannini ^_^) e il ritornello a metà tra il moderno e gli anni ’70.Just Push Play, la “song” che dà il titolo all’album, è un esperimento molto azzardato di incrocio tra un riff rock e un cantato molto ritmato, ai limiti dell’hip hop; tuttavia mentre una decina di anni fa l’arcinoto duetto con i “Run DMC” riuscì a centrare il bersaglio in pieno, stavolta non possiamo che bocciare gli Aerosmith: l’idea c’é, ma la canzone manca di quel pizzico in più che tutti conosciamo, che la trasformi da semplicemente ascoltabile a trascinante.La terza canzone Jaded, è probabilmente la più orecchiabile dell’album ed infatti è stata scelta dal gruppo come singolo: potremo definirla ottima, in puro stile Aerosmith.Fly away from here si propone come seguito ideale di Cryin o di Amazing, insomma il classico lento che “spacca” e risulta senza dubbio molto gradevole. Andando avanti (sempre col tasto play ^_^) degna di menzione è sicuramente Under My Skin, che a dispetto del titolo, che fa pensare a Frank Sinatra, si rivela come il “rockettone” piu’ pesante dell’album: notevole il riff, quasi “zeppeliniano”.Luv Lies la canzone d’amore del lotto, è di quelle che entrano in testa fin dal primo ascolto; ricorda un po’ il Bonjovi di Always, anche se è tendente più verso il rock che verso il lento melodico commerciale. Questo nuovo album degli Aerosmith ci fa capire che spesso potenza non coincide necessariamente con violenza; è l’incredibile compattezza degli strumenti che ci dà quell’ impressione di grossezza del suono.Tutto l’album fila via liscio e in effetti raggiunge l’obiettivo che si era prefissato: è dura schiacciare il tasto stop sul lettore. Ma la domanda che si porranno tutti è: raggiunge i fasti degli album storici di Tyler & soci?Qui la risposta va ben soppesata: è vero che non ci sono i pezzi ultra trascinanti di un tempo in cui mettersi a cantare (tipo Rag Doll, Love In An Elevator , e altri simili per intenderci), tuttavia la filosofia dell’album sembra essere più tendente verso il sottofondo musicale (Wallaper For Your Lifestyle come diceva Frank Zappa), insomma è più facile paragonarlo a uno strumento ritmico che ad uno solista, per fare un paragone un po’ azzardato e forse fuori luogo, ma che rende bene l’idea. Nel complesso dunque sebbene esca sconfitto dall’inevitabile (e tipico dei fans dei grandi gruppi) paragone con i vecchi album, il parere non può che essere positivo.
Casa discografica: Sony
Anno: 2001
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